DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

 

Anche in provincia di Belluno la crisi ha colpito. Nella mag-gior parte dei casi, la strategia utilizzata dalle imprese per ri-spondere a essa consiste nell’alternare cassa integrazione e ferie prolungate. Le principali industri metalmeccaniche (la Costan di Limana, l’Acc ex Elettronix di Mel, la Surfrigo e la Seat di Trichina) hanno optato per le ferie lunghe: dal 19 di-cembre al 7 gennaio. Lo stesso regime per il manifatturiero (metalli e alluminio: dalla Pandolfo di Lentiai alla L.T.S. di Feltre) e per l’elettronica (dalla Procond di Longarone alla Ceramica Dolomite di Trichina per finire con l’Invensys, Cli-maveneta e la Clivet), senza contare che è questo il settore più penalizzato, con circa 3.000 lavoratori in cassa integrazione. Aria brutta anche per il settore del legno, dove troviamo sei a-ziende in crisi e 170 lavoratori in cassa integrazione. Nel tes-sile, invece, troviamo circa 6-700 lavoratori in cassa ordinaria o straordinaria; mentre nell’edilizia c’è un aumento della cas-sa ma non si hanno dati e nel commercio e turismo i dati non sono ancora pervenuti, ma la situazione non sembra proprio felice. Concludiamo questo primo breve quadro con il setto-re chimico, dove tutte le aziende sono interessate dalla cassa integrazione, dalla Marangoni, con cinque precari licenziati a fine anno, all’Idealstandard, dove 45 dipendenti sono stati messi in mobilità. Passiamo quindi all’occhialeria, fiore all’occhiello del miracolo del Nord-Est. I colossi (Luxottica, Safilo, De Rigo e Marcolin) hanno optato per una chiusura festiva prolungata dal 19 dicembre al 7 gennaio. Ma le cattive notizie giungono dagli Stati Uniti, un mercato che era arriva-to a divorare l’incredibile cifra di 900 milioni di occhiali (tre per ogni abitante, bambini compresi!): dalla scorsa estate, le vendite oltreoceano sono crollate, determinando nel trimestre luglio-settembre un crollo dell’export italiano del 9 % rispet-to al 2007. Pur monopolizzato da un made in China forte di 2 milioni di occhiali prodotti all’anno, il mercato americano re-sta uno sbocco essenziale anche per i prodotti nostrani. Se più del 70 % della produzione italiana (stimata tra gli 80 e i 90 milioni di pezzi l’anno) finisce all’estero, il 40 per cento di questa quota è infatti destinato agli Stati Uniti: e la gelata dei consumi americani rischia di avere conseguenze serie sul di-stretto degli occhiali. A parte le nuove multinazionali (Luxot-tica, Marcolin, De Rigo e Safilo), ci sono 480 aziende grandi e piccole che lavorano nel settore. Alcuni numeri elaborati dall’Assindustria di Belluno riassumono bene la situazione. Nel 1998, il distretto dava lavoro a 13 mila addetti e realizza-va un fatturato di circa 1.3 miliardi di euro. Se a fine 2007, gli occupati erano quasi stabili e i ricavi erano cresciuti a 2.1 mi-liardi, il numero di aziende si era quasi dimezzato. Le cifre parlano chiaro:

 

 

Anno

Occupati

Aziende

2007

12.806

485

2006

12.610

530

2005

11.540

560

2004

11.660

606

2003

12.470

684

2002

14.000

750

2001

13.800

780

2000

13.700

820

1999

13.552

850

1998

13.000

930

 

 

Finora la crescita dei grandi gruppi ha assorbito la manodo-pera in esubero. Una funzione che potrebbe venir meno. A fi-ne settembre il numero degli addetti era già sceso a 12.400. Anche i dati borsistici parlano chiaro; nel 2008, la situazione dei titoli era la seguente: per la Luxottica, il prezzo d’apertu-ra il 2 gennaio era di €21,15; il prezzo di chiusura il 23 di-cembre, di €12,67 (– 40.09 %); per la Marcolin, inizio €1,862; chiusura €1,003 (– 46,19 %); per la Safilo, inizio €2,332; chiusura €0,569(– 75.47 %). Questa, per il momento, è la situazione in provincia. Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi e tenere costantemente sotto controllo lo svolgersi della crisi, dal punto di vista degli effetti sulla classe operaia e delle eventuali (e auspicabili) sue prossime reazioni.

 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°01 - 2009)

 

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