DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Oggi si è aperto a Roma il Congresso internazionale dei Sindacati di Amsterdam. I comunisti italiani hanno il dovere di esprimere tutto il loro disprezzo ai convenuti, responsabili dei più grandi tradimenti verso la classe operaia. I capi della Internazionale sindacale di Amsterdam sono ben noti ai nostri compagni. Il Sindacato Rosso li ha illustrati particolarmente. I nomi di Jouhaux, di Oudegeest, di Thomas, di Fimmen, di D’Aragona sono universalmente noti. Il fatto che essi rappresentino un notevolissimo numero di lavoratori nulla toglie alla loro fama di alleati della borghesia. Cotesti capi sono aggrappati al loro posto di dirigenti, e non si lasceranno sfrattare con molta facilità. In quasi tutti gli Stati borghesi essi sono appoggiati dalle forze militari e poliziesche del capitalismo. In un paese balcanico la organizzazione sindacale comunista fu lo scorso anno consegnata dal governo nelle mani dei socialdemocratici, ed i comunisti furono fatti arrestare perché avevano avuto “il coraggio” di vincere nelle elezioni sindacali. Il traditore Thomas, che lo scorso anno fece fallire il grandioso sciopero dei minatori alleati ai ferrovieri in Inghilterra, dichiarando che lo sciopero poteva minacciare seriamente le istituzioni dello Stato britannico, è un consigliere aulico di re Giorgio. Il signor Oudegeest ha chiaramente detto che uno dei compiti... sindacali della Internazionale di Amsterdam è la lotta spietata contro il bolscevismo. Appena ieri, questo stesso traditore, dichiarava che la Internazionale gialla si propone di difendere gli interessi di tutti i lavoratori, anche di quelli iscritti nei Sindacati russi, contro le angherie degli Stati, Stato russo compreso. Gli stessi mezzi che servono agli Stati borghesi per mantenersi in vita, e che permettono a questi impunemente di dichiararsi i rappresentanti della maggioranza del popolo sono al servizio dei bonzi sindacali di Amsterdam, i quali dichiarano che essi rappresentano la maggior parte degli operai organizzati. Ma come i governi borghesi perseguitano gli operai rivoluzionari che si organizzano in partiti politici, così i bonzi grandi e piccoli della internazionale di Amsterdam perseguitano i comunisti che si organizzano, per combatterli, nel seno dei sindacati. E la stessa pregiudiziale posta da George e da Barthou per chiamare i rappresentanti russi intorno al tavolo di Genoa (e rinunzia da parte della Russia... ad ogni propaganda bolsceviche nei paesi occidentali ed oltreoceanici) è accettata e proposta da Vandervelde alla Conferenza di Berlino come condizione ad un’intesa tra le tre internazionali: i comunisti si impegnino a non costituire gruppi comunisti nei sindacati gialli! I gialli di Amsterdam marciano sullo stesso binario dei governi borghesi. Essere tradiscono, però, con la coscienza di tradire, e non già perché credano davvero di fare gli interessi del proletariato. Appena ieri alcuni tra questi invitavano a colazione il signor Lloyd George, a Genova, ed insieme a questo rappresentante autentico della grande borghesia europea, dileggiavano con stupidi frizzi il bolscevismo, forse per simulare una serenità che il momento non consente sincera a certi uomini politici delle borghesie occidentali, ed ai loro tirapiedi socialdemocratici.

Non vogliamo neppure ricordare il contegno della Internazionale di Amsterdam durante la guerra europea. Essa fu alleata fedele dei traditori di Bruxelles, Vandervelde e compagnia. Ma la difesa strenua della borghesia, dopo il 1919, fu assunta dai capi sindacali della Internazionale di Amsterdam. I partiti riformisti ed opportunisti che tradirono ai loro compiti erano infettati dal sindacalismo conservatore ed antirivoluzionario. Il primo atto compiuto dopo la guerra “a favore del proletariato” che ben chiaramente in tutto il mondo manifestava i suoi propositi rivoluzionari e cercava il partito che organizzasse i suoi impeti convulsi, fu la partecipazione alla Conferenza di Washington, nella quale si discusse di tante cose, con o senza competenza, distraendo le masse organizzate dalla visione immediata della lotta politica contro gli Stati capitalistici. L’Ufficio Internazionale del lavoro, che fu partorito a Washington, si compone di rappresentanti dei padroni, dei rappresentanti dei sindacati, dei rappresentanti dei Governi. Il presidente di questa accozzaglia di canaglie e di traditori è quell’Alberto Thomas, ex socialista della seconda Internazionale, ex ministro alle munizioni durante la guerra, che i lavoratori milanesi – quando non erano ancora in presenza del tradimento dei loro capi opportunisti, nel 1920 – presero simpaticamente a seggiolate in una sala di Milano ove ardiva esibire la sua sconcia personalità.

La Internazionale di Amsterdam è una miniera di consulenti per i Governi occidentali d’Europa e per l’America. Di tanto in tanto il suo Comitato direttivo stilla una risoluzione sulla legislazione operaia, sulle rivendicazioni immediate da prospettare ai governi capitalistici. Ma il compito principale di questo organismo è “la lotta spietata e senza quartiere” contro il comunismo. In questa azione è la borghesia vede con simpatia i capi operai Oudegeest, Fimmen, D’Aragona, che tradirono la loro classe per gettarla nelle mani dei padroni, e ne appoggia l’attività come meglio può.

Questi signori che si adunano a Roma in questi giorni sappiano che il proletariato italiano li disprezza. Il nostro proletariato conosce che molte delle cause delle condizioni attuali nelle quali esso si trova oggi devono ricercarsi nel contegno dei suoi capi controrivoluzionari, che nel momento in cui la offensiva avversaria si scatenava, lanciavano parole d’ordine di viltà e di tradimento: “Meglio essere uccisi che uccidere”, “La viltà è il miglior coraggio”, “Bisogna resistere e non reagire”! Di questa tattica adottata nelle agitazioni di masse, all’Italia ed all’estero, dai capi della Internazionale di Amsterdam questi dovranno un giorno rispondere dinanzi ai tribunali rivoluzionari!

I mandarini italiani che si recano ad ossequiare i loro maggiori ed a portare a questi il saluto del proletariato italiano, nel loro atto mentiscono sapendo di mentire.

Il proletariato rivoluzionario d’Italia grida oggi che la sua larga ospitalità non si estende ai traditori dei suoi interessi e del suo avvenire!

Il proletariato rivoluzionario d’Italia grida con tutta la sua voce possente: Abbasso i traditori della classe operaia e contadina!

Evviva la Internazionale dei Sindacati rossi che vogliono prepararsi a rovesciare con la violenza gli istituti del capitalismo compresi i sindacati gialli!

r.g.

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.