DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Il Comitato Ferrovieri Comunisti ci comunica il seguente appello:

“Tradimento più atroce non poteva essere consumato dal Comitato Centrale della nostra organizzazione. Del resto tutto il proletariato ne sarà danneggiato se non si provvederà con energia a scacciare i dirigenti che falsamente promisero di lottare per lui. Con un colpo di mano subdolo e disonesto oggi il Comitato Centrale ha deliberato il ritiro del Sindacato Ferrovieri Italiani dall’Alleanza del Lavoro, telegrafando la deliberazione ai rappresentanti  Mosca e Giusti, i quali si trovavano a Roma presso il Comitato Centrale dell’Alleanza del Lavoro. La responsabilità direttiva al d’annunziano del ultima ora sig. Ronzani, sindaco del Comitato Centrale, il quale non solo ha imposto che fosse mandato un telegramma d’augurio a D’Annunzio, pena le legnate dei legionari, ma ha anche forzato la discussione, pretendendo ed ottenendo che fosse discusso e deliberato il distacco del Sindacato Italiano Ferrovieri dal Alleanza del Lavoro, e ciò perché D’Annunzio farà il grande miracolo di salvare i lavoratori col suo prossimo messaggio, ai ferrovieri, ai contadini, ai lavoratori del mare.

È da rilevare che non si rispettarono le norme statutarie per l’espulsione dei comunisti, ma si passò sopra allo statuto nel punto in cui prescrive che solo il Congresso e il Consiglio Generale possono cambiare le direttive della Organizzazione. Inoltre il Comitato centrale composto da tredici membri, deliberava con la presenza di soli nove, di cui sei a favore. I nomi dei traditori che votarono a favore del abbandono dell’Alleanza sono: Vassina repubblicano, Fantini, Masetti e Gottelini socialisti, Ansaloni e Vaccari.

L’improntitudine di tale gente nel comunicare tale notizia alla stampa, va oltre ogni limite perché il Comitato Centrale del Sindacato Ferrovieri Italiani non ha votato a maggioranza assoluta.

Il Ronzani sapeva che certo il colpo non gli sarebbe riuscito temporeggiando, perciò occorreva per guadagnare la posta, stare in agguato e agire di sorpresa. In una parola ricattare e impressionare, come il signore Ronzani ha sempre fatto e come gli abbiamo dimostrato senza che egli, emerito buffone, abbia risposto.

La criminale incoscienza di costoro non mancherà di provocare la insurrezione di tutti i ferrovieri organizzati e di tutti i proletari che vedono nell’Alleanza del Lavoro il centro della loro difesa. E’ ormai evidente che l’espulsione dei comunisti dal Sindacato Ferrovieri Italiani doveva servire a lasciare libera via alle canaglie e ai traditori.

Ma i comunisti accettano la sfida, sicuri di avere al loro fianco tutti i proletari d’Italia.

Il Comitato Centrale del Sindacato Ferrovieri Italiani non ha nessuna autorità per deliberare il distacco dal Alleanza del Lavoro.

Sia convocato il Congresso nazionale del Sindacato ferrovieri d’Italia. All’opera per scacciarli dalla nostra rossa organizzazione di cui essi vorrebbero trascinare nel fango la gloriosa bandiera”.

Il Comitato Ferrovieri Comunisti

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