DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La stampa del Partito ha già pubblicato il testo integrale di tutti gli ordini del giorno e mozioni votati al congresso, nonché le varianti ed aggiunte alle tesi sulla “Tattica del Partito Comunista”, sulla “Questione agraria”. Riportiamo oggi a completamento definitivo delle risoluzioni del congresso, le varianti ed aggiunte alle Tesi su “Il Partito Comunista e i Sindacati”.

In apposito opuscolo verrà raccolto il testo definitivo di tutte le risoluzioni, e quindi le tesi figureranno per intero nel testo ufficiale. Si è preso a base il testo del n. 17 della “Rassegna”, comprendendo correzioni anche puramente stilistiche e tipografiche.

 

(Il Sindacato Rosso, 10 giugno 1922)

Tesi sul Partito Comunista e i Sindacati (varianti ed aggiunte)

Tesi 18: alla fine della tesi aggiungere:

Uno sviluppo ulteriore della campagna comunista per il fronte unico proletario è stato dato dalla costituzione della Alleanza del Lavoro, che comprende appunto quegli organismi sindacali nazionali che la prima proposta del Comitato sindacale comunista invitava ad intendersi per l’azione comune contro l’offensiva borghese. La costituzione formale dell’Alleanza ratificata dai capi delle organizzazioni che vi partecipano non è che un primo passo sulla via di quell’azione unitaria delle masse che il partito comunista sostiene. Questo quindi continua nel seno della Alleanza del lavoro la sua campagna perché quei postulati che sono stati ad esso affacciati nella lettera del Comitato sindacale e sostenuti a Verona riescano a pre- valere in quanto riguarda la costituzione, gli obbiettivi e i metodi della Alleanza del lavoro stessa.

Tesi 19: il quarto capoverso rimane così redatto:

“Nella Unione Sindacale Italiana, dopo il Congresso di Roma, visto che esiste una frazione che si pone sulla piattaforma della Internazionale dei Sindacati rossi, e che raccoglie la maggioranza delle forze pur essendo stata messa in minoranza al con- gresso, il Partito Comunista sosterrà l’opera di detta frazione largamente convergente con la propria azione sindacale e coi postulati di essa: unità proletaria, adesione a Mosca, fronte unico contro l’offensiva padronale.

In attesa che la situazione si definisca ulteriormente il partito comunista manterrà i criteri fin qui seguiti: che cioè non è incompatibile con l’appartenenza alla USI la iscrizione al partito, che i comunisti che di essa fanno parte non si organizzino per ora in gruppi come nelle altre organizzazioni, che essi non tendano a staccare or- ganizzazioni aderenti alla USI per portarle alla Confederazione del Lavoro. L’opera dei comunisti iscritti alla USI verrà ulteriormente guidata con opportune disposizioni del partito e del Comitato sindacale comunista a seconda dello svolgimento della lotta di tendenza e nel senso dei postulati sindacali del partito. Tutta l’azione di questo nei riguardi della USI sarà coordinata a quella della ISR.

Dopo il capitolo VII, correggendo opportunamente i numeri dei capitoli e delle tesi che seguono, si aggiungerà il capitolo che riportiamo che prenderà il numero VIII.

VIII. L’Alleanza del Lavoro e problemi sindacali inerenti

  1. Dei problemi ora considerati, quello della unità proletaria e quello della azione contro l’offensiva borghese ricevono nuovi contributi dal fatto della costituzione della Alleanza del lavoro, costituitasi fra i grandi organismi sindacali

Non può escludersi che nella Alleanza del lavoro si trovi una base per risolvere la questione dell’unità organizzativa del proletariato italiano. Molti sintomi dimostrano come le piccole organizzazioni sindacali che si sono finora tenute sul terreno della concorrenza alla Confederazione generale del lavoro, constatano che tale con- correnza ha sempre minori probabilità di successo e non è difficile che abbiano luogo riavvicinamenti fra i funzionari che sono a capo delle organizzazioni dissidenti. Tutto ciò potrebbe dare origine ad un mutamento di posizioni e condurre ad uno sviluppo della unità organizzativa proletaria della base dell’Alleanza del lavoro. Tuttavia anche questa possibilità non contraddice alla affermazione della tesi 10, in cui si afferma che la base della unità organizzativa del proletariato italiano è la CG del Lavoro.

  1. La costituzione della Alleanza del Lavoro è un tentativo di risolvere il problema della unità di azione sindacale del proletariato Questa necessità è vivamente sentita dalle masse dopo l’esito delle ultime agitazioni e scioperi e l’esperienza che le lotte parziali dei sindacati non possono avere ragione dell’offensiva borghese. Ma il tentativo di unità ha per ora forma puramente burocratica, nella quale i capi potrebbero trovare una via per liberarsi della responsabilità che pesa su di essi di fronte alle masse. È un compito del PC il sospingere l’Alleanza ad acquistare un vero carattere unitario.
  2. I comunisti prospettandosi il modo per cui l’attuale unità burocratica diverrebbe il punto di partenza di un processo di sviluppo con carattere rivoluzionario, tendono soprattutto a rendere i Comitati unitari direttamente elettivi da parte delle masse proletarie. Questa formula e questa tattica potrebbero divenire più opportune di quelle dei Consigli di fabbrica, tanto più per la impossibilità nella situazione attuale di condurre la propaganda per i Consigli e per le delusioni che la tattica dei Consigli ha provocato in vari episodi di lotta Non è escluso che alle elezioni dei Comitati della A. del L. si giunga in un ulteriore stadio a far partecipare anche i la- voratori disorganizzati. Oggi il numero degli organizzati è in diminuzione, ma ciò avviene anche perché le masse hanno perduta la fiducia nella forma di organizza- zione per quota e per assemblee mentre una organizzazione a tipo elettivo ne ri- desterebbe il vivo interesse.

Le organizzazioni elettive della Alleanza del lavoro potrebbero in questo processo di- venire l’embrione di una formazione a tipo soviettistico, che costituirebbe la piattaforma per l’azione unitaria rivoluzionaria del proletariato italiano”.

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