DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Le nostre note su satelliti artificiali, razzi lunari e razzi solari, tentammo renderle più commestibili col nostro espostuccio kepleriano alla riunione di Milano (vedi resoconto). Le ultime osservazioni le dedicammo alle strane evoluzioni del russo Lunik III e alle contraddizioni degli annunci, nonché alle non meno contrastanti notizie sul tiro a bersaglio nel mezzo dell’Oceano Pacifico, e al rinvio dei lanci verso il Sole e dopo la conquista della Luna, da cui (narravamo), data la minore gravità, era più facile raggiungere la modesta velocità di fuga. Da cui il nostro eretico dubbio che non sia stata ancora raggiunta mai. Quella che pare raggiunta è la distensione, per cui americani credono agli annunci ufficiali russi, e russi agli americani. Noi, che crediamo poco ad entrambi, continuiamo la cronaca sulle notizie ufficiali.

Negli ultimi tempi l’America avrebbe preso il disopra. Ci attendevamo che il Primo Maggio i russi rispondessero con un colpaccio: nulla. Dopo gli ultimi eventi si può dall’America - senza smentita russa - tracciare questo bilancio. Satelliti messi in orbita: 17 americani, 3 russi. Satelliti oggi in orbita: 8 americani, nessuno russo (il grosso Sputnik III pur durando più dell’attesa, il 4 aprile ultimo si è bruciato nell’atmosfera densa). Satelliti che inviano segnali radio, e quindi certo non sono ancora caduti: quattro, degli americani.

Razzi lunari: due russi, uno caduto sulla Luna, l’altro che gira attorno a Luna e Terra, ma non si fa più sentire.

Razzi solari: uno russo, il Mechta che non trasmette più, e si fece sentire fino a 470.000 km dalla Terra. Due americani, ilPioneer 4 che si fece sentire fino a 660.000 km, e l’ultimo Pioneer 5, partito 1’11 marzo 1960, che sarebbe capace di farsi sentire fino a 80 milioni di km, e che dovrà ripassare a... tiro nel 1962.

La superiorità russa resta solo nel peso: il Mechta pesa una tonnellata e mezza, il più grosso satellite americano circa un quintale, il razzo Pioneer 5 solo 40 chili.

Una prima cosa ci interessa: che non si possa lanciare la balla che è il regime socialista, o comunista che consente di conquidere il cosmo.

Ora la cronachetta dei successi di America.

Dopo i successi dei due Lunik gli americani ammettono che tentarono di replicare mettendo un satellite in orbita attorno alla Luna: fallirono. Crediamo che falliranno tutti.

Il 23 marzo 1960 fallirono nel lancio di un satellite per studi sulle radiazioni.

Il Primo Aprile riuscirono a lanciare non un pesce, ma il Tiros 1, satellite televisivo che fa fotografie non per scopi militari, ma meteorologici. Pesa più del quintale, gira in 90 minuti, ha orbita (notevole risultato) quasi circolare: tra 700 e 740 km di altezza, resterà in alto a lungo.

Il 13 aprile fu la volta del Transit 1 destinato a guidare i naviganti in mare e cielo con sistemi radio e radar. Pesa anch’esso più del quintale, ma l’orbita non è riuscita circolare: tra 770 e 373 km di altezza. Quindi non durerà che 16 mesi; e sarà un successivo esperimento che tra un paio di anni sarà utile, dicono, alla navigazione, dopo regolate certe scale.

Il 15 aprile partì il Discoverer 11 di circa 120 chili, destinato a lanciare una capsula con prove organiche; ma la capsula restò in orbita col satellite e mancò all’appuntamento. Tempo 92 primi, altezze tra 610 e 175 km, orbita allungata e vita breve.

Ed ora poche note sul Pioneer 5 che sarebbe in orbita attorno al Sole sfiorando al perielio quella di Venere, e all’afelio quella della Terra (non mentre ci passano i due pianeti, comunque coi suoi 40 chili di peso e 50 cm di diametro lo scontro sarebbe da ridere). Sarebbe partito alla velocità di 40.000 km/ora, giusto quella di fuga. Mentre era accettabile il tempo di 43 ore per raggiungere l’orbita lunare (384.000 km ) dato per il Pioneer 4, non credemmo a quella di 34 del razzo russo, e meno crediamo a quello di 31 di questo. Nei primi giorni sarebbe stato seguito fino a 800.000 km, in 61 ore. Poi hanno detto di sentirlo da 10 milioni di km grazie alle eccezionali trasmittenti discontinue. Le notizie sulle velocità sono confuse e si prestano alla critica che facemmo per i razzi americani e russi. Non si chiarisce, tra velocità radiali di allontanamento dalla Terra, e velocità propria nel sistema solare. I posteri ne sapranno più di noi e chissà non dicano: bravi codini, faceste bene a non bere.

Conosciamo la sete di acqua, non quella americanoide di alcool e di novità moderne. Saremo asini, ma astemi.

 

Da "Il programma comunista" n. 9 del 1960

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