DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Il lettore ci scusi ma una rettifica dei dati russi ci induce ad un’altra piccola nota che conferma le nostre deduzioni. Il Paese Sera di Roma del 27-28 gennaio ha riportato dalla Pravda su quattro paginoni una relazione ufficiale russa, una cifra della quale cambia una di quelle che avevamo tratte dalla Unità romana del 15 gennaio. Se uno dei giornali italiani sia incorso in un errore di stampa, o se vi sia stato un pentimento nelle relazioni russe, non ci è possibile dire.

Notiamo che la ultima versione si esprime con molta prudenza quando dice: "ad una distanza dalla Terra di un milione di chilometri o più (l’ultima osservazione è asserita di nuovo alle ore russe 10 del 5 gennaio ed alla presunta distanza di 597.000 km) la forza di gravità della Terra sul razzo si è alquanto attenuata, e perciò il razzo poteva (sic) continuare il suo volo unicamente grazie alla forza di attrazione del Sole . (Espressione non rigorosa a termini di tutto il più esatto contesto). Il 7 o 8 gennaio il razzo cosmico sovietico dovrebbe (sic) essere entrato in una orbita indipendente rispetto al Sole, diventandone un satellite che è (sic) il primo pianeta artificiale del sistema solare". Può essere faccenda di traduzione e di sintassi il mettere d’accordo i verbi "poteva", "dovrebbe", "è". Ma scientificamente è certo che non è provata la esistenza di un pianeta artificiale del Sole.

Le ore date dai comunicati russi, ed ora confermate, sono, dalla partenza la serie: 7, 10, 17, 23, 25, 34, 40, 50, 62, che è rimasta la stessa. Le distanze date giusta la nostra prima lettura, a quelle ore del viaggio, erano in chilometri dalla Terra: 100.000, 137.000, 209.000, 284.000, 370.000 (Luna), 442.000, 510.000, 597.000. Ora di queste distanze troviamo cambiata quella che corrisponde alla ora 40 del viaggio, che non è più 442.000, ma 422.000.

Della serie di ore e di distanze ci siamo serviti, facendo le differenze tra le successive osservazioni, per calcolare le velocità medie che risultavano assai irregolari: in chilometri all’ora 14.300, 12.330, 10.290, 9.450, 9.500, 9.550, 12.000, 8.800, 7.250. Era soprattutto strano che vi fosse stata una accelerazione dopo scavalcata la Luna, ossia dopo i 370.000 km, quando doveva maggiormente essere confermata la regola di decrescenza.

Accettando la cifra mutata da 442.000 a 422.000 la serie ricalcolata delle velocità medie diviene meno irregolare, ed è la seguente.

Chilometri all’ora 14.300, 12.330, 10.290, 9.350, 9.500, 9.550, 8.670, 8.800, 7.250.

Neppure la serie è regolarmente discendente perché si verifica se non un forte aumento della velocità almeno nella costanza nelle tratte tra le "progressive" 209.000, 265.000, 284.000, 370.000. Poi vi è un calo da 370.000 a 422.000, ma non si può dire che si spiega col superamento della Luna, in quanto da 422.000 a 510.000 stranamente si accelera di nuovo, mentre per le forti tratte e la distanza aumentata da Terra e Luna, si dovrebbe rallentare di molto come avviene solo tra 510 e 597.000.

Noi quindi ripetiamo che in tutte le osservazioni annunciate le ore sono quelle ma le distanze sono sopravalutate a quasi il doppio. La nuova serie russa nemmeno concorda con la serie di velocità che si avrebbero teoricamente alle date distanze, ove si prescinda dal piccolo effetto della Luna, prima in un senso e poi nell’opposto, con buon compenso. La serie è quella già data nel numero scorso: 15.300, 9.350, 6.800, 6.150, 5.675, 5.020, 4.685, 4.395, tutta armonicamente decrescente.

Se fosse vero il percorso di 597.000 km il tempo sarebbe stato, non di 62 ma di 94 ore. Al tempo di 62 ore misurato il razzo non poteva essere, e lo confermiamo, che a circa 385.000 km, ossia circa alla distanza dell’orbita lunare.

Non più visto da occhio umano ha proseguita la corsa con velocità inferiore ai 5.000 km orari rispetto alla Terra, ha seguitato a rallentare probabilmente fino alla velocità zero ed è ricaduto verso la Terra, di cui in tutta la sua vicenda ha conservata la velocità propria rispetto al Sole di circa 30 km al secondo, come anche il testo russo chiaramente espone.

La prova della mal detta "entrata in orbita solare" non è scientificamente raggiunta davanti ad un contraddittore serio. Al distacco dal razzo mancava qualcosa alla velocità cosmica o di fuga, anziché esservene, come i russi dicono, un eccesso. Comunque la prova non potrà essere data che con un corpo osservabile molto più a lungo, e tale da essere di nuovo collimato dopo che sarà passato dietro al Sole. Per oggi una tale possibilità umana non è stata provata.

Il rilevamento della distanza da quello della velocità angolare, giusta la invocata seconda legge di Keplero proprio per le brevi distanze non è probante, perché le velocità angolari dovrebbero essere note rispetto al centro della Terra e non è trascurabile la parallasse dovuta alla sede geografica degli osservatori, mentre sarebbe quasi impossibile fare il calcolo con letture da tutto il pianeta, ed estremamente arduo tenere conto della flessione dell’orbita kepleriana avente il fuoco nel centro terrestre (ramo di iperbole, come dice il testo) nel tratto di percorso prossimo alla massa lunare che fu certamente quello delle ultime letture. Perché mai, chiederemo in fine, mirare a sfiorare la Luna, se si trattava di artefare un pianeta?!

Da "Il programma comunista" n. 3 del 1959

 

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