DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La faccia tosta con la quale si applica l'etichetta socialista a regimi spudoratamente democratico-borghesi e si avallano col monotono giuramento di fedeltà al marxismo le più sconce manovre di funambolismo politico e di asservimento alla classe dominante ha raggiunto ormai vertici di fronte ai quali il riformismo e l'opportunismo del primo ventennio del secolo escono rivalutati; i loro peggiori arnesi sembrano ingenui borsaiuoli se paragonati ai lestofanti ed agli speculatori d'alto bordo che circolano con le edizioni complete di Marx sottobraccio (come i grandi pirati dell'alta finanza americana con la Bibbia di Famiglia) imbrogliando con la loro apparenza di onesti uomini gli smarriti e stupefatti uomini della strada.

Al Congresso di Venezia del PSI (che tanti fiumi d'inchiostro giallo ha fatto scorrere alla stampa di tutti i colori, i congressi della vecchia socialdemocrazia erano cose serie, in cui bene o male si affrontavano programmi e ideologie; oggi, in queste «assise», non si mette a concorso che la palma d'oro della bassa cucina parlamentare), è stata votata all'unanimità una solenne «dichiarazione sulla politica di unità socialista.». Ne parliamo unicamente a titolo d'esempio, beninteso: non perché faccia storia. Ebbene, questa dichiarazione che propone «l'inserimento del movimento operaio nella direzione della società e dello Stato come l'unico mezzo capace di rinnovamento del Paese...», cioè in termini più chiari, il ritorno ad un governo di coalizione fra partiti cosidetti operai e partiti apertamente borghesi con un programma aggiornato di riforme (la vecchia solfa ministerialista con parole diverse), questa dichiarazione si fregia, come il petto dei marescialli di una filza di decorazioni di tre «principii» (udite, udite: Nenni ha scoperto che esistono principii!): il primo è la accettazione «senza riserve» dei principii democratici sanciti nella Costituzione «tanto nell'ipotesi che [il partito] sia minoranza quanto nell'ipotesi che sia maggioranza» e, come corollario, un duplice inchino alla «legalità costituzionale» salvo a «combattere coraggiosamente» se gli stessi principi fossero violati da altri; il secondo suona, fresco fresco così: «Il PSI è classista», e il terzo, ancor più fresco: «Il PSI è internazionalista». Come un partito possa essere fedele senza riserve alla Costituzione e alla legalità democratica, corteggiatore di tutte «le forze laiche e cattoliche che abbiano comuni obiettivi democratici», aspirante ad «inserirsi» nel governo del Paese per la realizzazione delle immancabili riforme di struttura, ed essere nello stesso tempo classista ed internazionalista, questo arcano solo Pietro Nenni può averlo nelle sue tasche di filibustiere e voltagabbana d'alto bordo (costui ha avuto la faccia di ricordare ai giornalisti i tempi in cui «eravamo giovani e frequentavamo le sezioni socialiste la sera, dopo aver lavorato tutta la giornata»; eh no, don Pietro, da giovane tu frequentavi la redazione del «Popolo d'Italia»; le «sezioni socialiste» non ti conoscevano neppure di vista!). Ma tant'è: oggi il «socialismo» è divenuto merce che possono e debbono trattare anche i borghesi se vogliono accalappiare proletari.

Al Soviet Supremo, Scepilov ha teso a sua volta l'ennesimo ramoscello d'ulivo al mondo occidentale e particolarmente all'America («è falso il mito secondo il quale non ci possono essere rapporti tra America e Russia. Abbiamo molti interessi comuni»); ha soprattutto chiesto e offerto di commerciare, commerciare, commerciare; ma non ha mancato di aggiungere: «Noi non possiamo rinunciare alle leggi fondamentali della lotta di classe. La linea della distensione internazionale deve essere realizzata insieme alla vigilanza per impedire che gli imperialisti ostacolino il nostro cammino pacifico». Classisti anche loro, internazionalisti anche loro, come se il mercante ultimo venuto sul mercato dicesse ai concorrenti: «Siamo tutti bravi borghesi, nulla ci vieta e tutto ci impone di commerciare, ma se mi date lo sgambetto, spingerò i vostri operai a scioperare finché non vi deciderete ad accogliermi nel vostro nobile consesso; io sono pacifista e distensivo, ma sono disposto (ne ho anzi il dovere) a servirmi della... lotta di classe altrui per difendere i miei affari». E così si tira avanti e la classe operaia smarrite segue.

Di fronte a questa offensiva convergente che il mondo borghese lancia alla classe lavoratrice per strapparle di mano le armi ideologiche e piegarle alle esigenze del proprio vocabolario demagogico non sarà mai abbastanza tenace e rabbiosa la controffensiva dei rivoluzionari, non sarà mai abbastanza ripetuto che fra borghesia e proletariato non esiste terreno neutro e comune, che fra democrazia e conquista del potere ed opera della classe operaia non v'è conciliazione possibile, che classismo ed internazionalismo non hanno senso (o hanno senso dichiaratamente borghese) fuori dal riconoscimento della dittatura del proletariato, senza attenuazioni, senza infingimenti.

 Il Programma comunista, n. 4, 14 febbraio - 1 marzo 1957

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.