DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Il 20 maggio scorso, i portuali genovesi hanno impedito il carico sulla nave “Bhari Yanbu” della compagnia di bandiera dell'Arabia Saudita di due grandi generatori per uso militare prodotti dalla Teknel di Roma (importante azienda nel campo delle forniture tecnologiche militari).

L'8 maggio, i portuali francesi di Le Havre avevano fatto lo stesso con otto cannoni Caesar prodotti dalla Nexter, altra importante azienda nel campo delle forniture militari (il suo slogan è: “Al cuore dei sistemi di difesa terrestre”).

 

Mentre scriviamo (21 maggio), l'agitazione potrebbe estendersi al porto di La Spezia, nel caso in cui generatori e cannoni fossero sul punto d'essere caricati su un'altra nave delle medesima compagnia saudita; e anche il porto di Marsiglia potrebbe essere coinvolto in questa serie di azioni di boicottaggio (vedi Il Manifesto del 17/5 e La Repubblica del 21/5).

Il motivo di quest'azione dei portuali italiani e francesi? Presto detto: è facilmente prevedibile che questi carichi di armi siano destinati alla sporca e feroce “guerra dimenticata” che l'Arabia Saudita sta conducendo in Yemen, con decine di migliaia di morti e feriti tra la popolazione civile.

L'azione è senza dubbio esemplare e da far conoscere. Certo, noi non ci facciamo illusioni. I portuali genovesi, i “camalli” organizzati nella famosa Compagnia Unica, sono stati protagonisti, nel tempo, di lotte generose, troppo spesso, però, confinate in un localismo che scivolava pericolosamente nel corporativo. Inoltre, l'attuale azione di lotta è saldamente in pugno, oltre che alla Compagnia Unica, alla Filt-CGIL (CISL e UIL si sono vergognosamente defilate!) - e si sa: la CGIL ha assoluto bisogno di... rimpolpare i propri ranghi miserelli e Capitan Landini deve tener fede al proprio nome di demagogo, ora che è al comando della barcaccia. Per di più, incombono le elezioni e, come sempre, mille avvoltoi svolazzano sulle teste dei lavoratori...

Bisognerà vedere come procederanno le cose: sarà un fuoco di paglia, un puro atto dimostrativo, e poi tutti a casa? si prenderanno contatti con i portuali francesi e di altri porti italiani? saranno coinvolti i lavoratori della Teknel e della Nexter e, se sì, come? e, in prospettiva, quanto peseranno su queste (e altre) azioni gli “interessi superiori della Nazione” e le oscene misure anti-proletarie che i vari bulli e bulletti di turno al governo stanno adottando e sempre più adotteranno? e come sapranno rispondervi i lavoratori?

Tutto ciò è incerto e consegnato al futuro. Sicuramente, la strada che conduce all'indipendenza di classe dei proletari nei confronti dello Stato borghese e degli “interessi superiori” dell'economia nazionale e alla solidarietà classista e internazionalista è lunga, accidentata e in salita, e agli inizi la si percorre solo a fatica e lentamente. Ma l'importante è imboccarla.

A PROPOSITO DI CONTINUITÀ...

Nel corso del 2008, sono state concesse autorizzazioni alla vendita di armi per un valore complessivo di 13 milioni e 350.266 euro, di cui più della metà alla Teknel di Roma. Ma in realtà (c'informa Il Manifesto del 21/5), per precedenti licenze, “nel corso dell'anno sono stati esportati 108 milioni e 700.337 euro in armi”, fra cui “tre forniture da oltre 42 milioni attribuibili alle bombe MK80 della RWM Italia, la filiale sarda dell'azienda tedesca Rheinmetall”. Sempre Il Manifesto del 21/5 ricorda che “l'autorizzazione all'esportazione di queste bombe era stata rilasciata nel 2016 dal governo Renzi, e mai revocata o sospesa”.

Continuità, il tuo nome è legge!

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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