DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Presentazioni del V volume della Storia della Sinistra Comunista. Il 21 marzo u. s., presso lo Spazio Ligera di via Padova 133, la nostra sezione milanese ha organizzato un incontro pubblico di presentazione del V volume della Storia della Sinistra Comunista, uscito da pochi mesi. Davanti a un pubblico di compagni, simpatizzanti e lettori, la prima parte della relazione ha voluto sottolineare il carattere collettivo, corale, di questo lavoro di partito che ripercorre le battaglie della Sinistra in un periodo cruciale in cui si svolsero eventi decisivi per le sorti della classe proletaria e del suo Partito. E’ stato ricordato come questo volume, che copre i mesi fra il maggio 1922 e il febbraio 1923, vede finalmente la luce dopo molti anni dal precedente e come esso sia ricco di documenti costituiti da articoli, lettere, mozioni, tesi. E come questa nostra Storia, che parte dal 1892 e si concluderà con il 1926, data in cui s’imporrà la teoria staliniana del “socialismo in un solo paese” e inaugurerà la lunga, difficile battaglia dei nostri compagni per la restaurazione del marxismo e del partito rivoluzionario, non sia solo opera collettiva, di partito, ma anonima, fedele in questo alla tradizione comunista che rifiuta il “politicantismo personale”. La seconda parte della relazione è poi entrata nel merito delle questioni centrali del periodo: dopo un primo capitolo dedicato alla situazione mondiale del movimento comunista al 1922, il testo infatti prende in esame la situazione interna (l’azione del PCd’I diretto dalla Sinistra) e internazionale (gli ondeggiamenti sempre più gravi dell’Internazionale Comunista e, di conseguenza, il rapporto sempre più problematico e critico del PCd’I al suo interno), con una messe davvero enorme di documenti. Questa seconda parte della relazione ha voluto soffermarsi (non potendo di fatto esaminare tutte le questioni toccate dal volume) su due punti, sui quali da sempre l’opportunismo – sia quello di stampo staliniano sia quello di marca operaista e spontaneista – ha speculato, creando la vergognosa falsificazione di un PCd’I chiuso dentro a una (inesistente) torre d’avorio. I due punti, analizzati con ampio ricorso alla lettura di testi e documenti, sono l’opera insistente e metodica sviluppata dal Partito per rafforzare ed estendere l’Alleanza del Lavoro in quanto reale fronte unito dal basso e la lotta intransigente contro il fascismo, attuata attraverso il rafforzamento della struttura militare e clandestina di partito e l’azione di risposta colpo su colpo all’avanzare del fascismo, in quanto espressione del capitale nella sua fase imperialista minacciato dal dispiegarsi della lotta proletaria. Su quest’ultimo punto in particolare ci si è soffermati, leggendo numerosi documenti e circolari interne che fissavano le modalità d’azione delle squadre comuniste anche in rapporto con movimenti ambigui e contraddittori (e, non a caso, esaltati di continuo, ieri e oggi, dall’opportunismo) come gli Arditi del Popolo. Una serie di domande dal pubblico ha permesso di approfondire ulteriormente queste due questioni. La sezione milanese ha intenzione di effettuare altre presentazioni in città, presso librerie o locali pubblici: di esse verrà data indicazione nei prossimi numeri di questo giornale e naturalmente sul nostro sito.

Il 21 aprile, è stata invece la volta dei compagni della sezione romana, che hanno tenuto una presentazione del volume presso la Libreria Odradek, in via dei Banchi Vecchi 57. Innanzitutto, il relatore ha voluto brevemente riallacciarsi ai volumi precedenti, ricordando ai presenti le origini del nostro movimento che risalgono al lontano 1912, proseguendo con la formazione della Frazione Comunista nel P.S.I. ed infine con la nascita del P.C.d’I. nel ’21, grazie al contributo determinante della Sinistra. Proprio questo lavoro condotto nel vecchio P.S.I. contro riformismo e massimalismo ha permesso al neonato P.C.d’I. diretto dalla Sinistra nei primi due anni di vita un’azione condotta nel vivo delle lotte di classe, armato di un forte apparato teorico-organizzativo e di una disciplina derivante dall’osservanza di un programma da tutti i militanti condiviso. Nell’esaminare le vicende narrate nel testo (e principalmente lo sciopero cosiddetto “legalitario” dell’agosto del ’22 ed il IV Congresso dell’Internazionale Comunista), il nostro compagno ha sgombrato il campo dalle falsità storiche e dalle miserabili calunnie (o dal silenzio organizzato) che gli “storici”, stalinisti e non, hanno riservato alla Sinistra e a noi, in quasi un secolo dalla data della definitiva vittoria dello stalinismo nel 1926, dimostrando per esempio, testi e documenti alla mano, che il P.C.d’I è stata l’unica forza proletaria capace di opporre, con la sua struttura militare organizzata, una fiera e coraggiosa lotta al fascismo lanciando il grido di guerra contro lo stesso Stato borghese (punto più alto toccato dal proletariato italiano), e che la tattica lanciata dalla III Internazionale del fronte unico politico con l’ala sinistra della socialdemocrazia sarebbe risultata in un suicidio destinato a spalancare le porte al pericolo opportunista (come si è tristemente verificato). E’ stato in virtù della tenace difesa della teoria e del programma comunista – ha concluso il compagno – che la nostra corrente, esile vascello tra i marosi della peggior controrivoluzione che il movimento operaio abbia mai conosciuto, ha saputo mantenere la rotta e conservare la propria compagine sino ai nostri giorni. Anche in questa occasione, le domande del pubblico hanno permesso di approfondire alcune delle molte vitali questioni trattate nel volume.

Quando una manifestazione antirazzista diventa anticapitalista. Ci scrivono i compagni della sezione di Benevento: “Alla vigilia delle elezioni, a Benevento, presso il ponte sul fiume Sabato, tre loschi figuri, a ora tarda, hanno aggredito con pietre, calci e pugni un migrante che faceva ritorno al Centro d'Accoglienza, mandandolo all'ospedale. Solo l'intervento di due operai intenti a spargere sale sulla strada ha evitato che ci scappasse il morto. […] Sabato 3/3, si è tenuta un'assemblea nei locali del centro sociale L@pAsilo31, dove da tempo interveniamo, in cui si è decisa una 'manifestazione antirazzista' per l'11/3. Il centro sociale ha messo a disposizione ogni risorsa logistica per una buona riuscita della manifestazione. Il concentramento a piazza Risorgimento ha visto radunarsi, compatti e combattivi, immigrati, giovani, studenti venuti anche dai paesi della provincia, nonché organismi antirazzisti di Salerno e Caserta, oltre a un nutrito gruppo di vecchi militanti. Nel successivo corteo, hanno sfilato più di 250 persone, di cui oltre un'ottantina erano immigrati, che hanno preso la testa del corteo. Due sono gli aspetti da evidenziare. Da un lato, l'immediata risposta al razzismo e ai razzisti che, con una manifestazione-corteo bene organizzata, ha ammonito i razzisti, dando il segno della capacità di risposta colpo su colpo: 'Non si aspettino, questi loschi figuri – sembrava dire il corteo – che si porga l'altra guancia! Sarà occhio per occhio!'. Dall'altro, l'anticapitalismo: è significativo che dagli immigrati non s'è levato il lamento e nemmeno la richiesta di cittadinanza, ma piuttosto l'affermazione del 'diritto' di muoversi ovunque, essendo lavoratori. Il Comitato di Lotta per Migliori Condizioni di Vita e Lavoro, nel quale operiamo da tempo, ha diffuso un volantino dal titolo 'Contro il capitalismo. Il razzismo? Solo una necessità del capitalismo!', in cui si chiariva la necessità di una lotta aperta contro il capitalismo, senza la quale l''antirazzismo' diventa sterile e addirittura fuorviante. Il volantino è stato accolto molto bene dai giovani presenti: si sono formati numerosi capannelli, nei quali abbiamo avuto modo di ribadire le nostre posizioni classiste e internazionaliste (qualcuno, argutamente, faceva notare che anche le crocerossine e le catechiste dell'Azione Cattolica si dicono antirazziste, e par di sentirle: 'Prima gli italiani. Ma poverini, questi neri...'). Durante il corteo, abbiamo potuto effettuare una buona diffusione del nostro giornale, che ha suscitato parecchio interesse fra i giovani. Seminiamo: verranno i giorni del raccolto. Per intanto, le parole d'ordine scandite dal corteo sono state tutte orientate all'internazionalismo proletario”.

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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