DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

E' possibile illudersi ancora sul ruolo che, nel mondo intero, l’ormai perpetua mobilitazione elettorale svolge all'interno di un sistema democratico-parlamentare che è soltanto la foglia di fico della dittatura borghese? La risposta è NO! Non è possibile continuare a illudersi!

Sull'arco di tre secoli di storia, la classe borghese ha utilizzato tutte le forme di dominio atte a mantenere saldo il proprio potere sul proletariato. All'epoca della sua affermazione rivoluzionaria contro il feudalesimo, metteva fuori legge le organizzazioni politiche e sindacali dei lavoratori. Nella fase “liberale” di fine '800 (l'epoca “pacifica” dello sviluppo capitalistico, pagata a caro prezzo dai proletari e dai popoli coloniali), procedeva già ad assorbire nel meccanismo democratico-parlamentare sindacati e partiti opportunisti. Con lo sviluppo dell'imperialismo novecentesco, si è data strutture di aperto dominio politico in funzione anti-proletaria e anti-comunista, intrecciandole con un'abile legislazione sociale e riformista. Infine, nel secondo dopoguerra, del fascismo ha ereditato la sostanza economica, finanziaria, sociale e politica, rivestendola dell'ingannevole maschera democratica e, nella realtà materiale, procedendo, in perfetta continuità, allo svuotamento degli istituti parlamentari (a tutti i livelli), già iniziato e praticato dai regimi precedenti.

 

Eppure, questa realtà materiale era chiara ed evidente fin dal Manifesto del Partito Comunista del 1848: “La borghesia sopprime sempre più il frazionamento dei mezzi di produzione, della proprietà e della popolazione. Essa ha agglomerato la popolazione, ha centralizzato i mezzi di produzione e concentrato la proprietà in poche mani. Ne è risultata come conseguenza necessaria la centralizzazione politica. Province indipendenti, quasi appena collegate tra loro da vincoli federali, province con interessi, leggi, governi e dogane diversi, sono state strette in una sola nazione, con un solo governo, una sola legge, un solo interesse nazionale di classe, un solo confine doganale” (Capitolo I, “Borghesi e proletari”).

Un solo governo, un solo interesse nazionale di classe: ecco il dominio dittatoriale della borghesia, indipendentemente dalla forma che esso può assumere a seconda delle fasi storiche. Centralizzazione economico-finanziaria=centralizzazione politica: anche limitandoci agli ultimi decenni, il sempre maggior peso dell'esecutivo, la legislazione per decreto, l'intreccio sempre più stretto fra economia/finanza e politica, l'interventismo statale, l'integrazione di partiti e sindacati nello Stato... Tutto ciò è la realtà, mentre il meccanismo democratico-elettorale è la finzione – una finzione sempre più miserabile e cialtrona, cinica e stupida, a fronte di contraddizioni economiche e sociali e contrasti inter-imperialistici ogni giorno più acuti e distruttivi.

Scriveva Lenin nel 1919, l'anno in cui nasceva l'Internazionale Comunista: “Il parlamento borghese, sia pure il più democratico della repubblica più democratica in cui si conservi la proprietà dei capitalisti e il loro potere, è una macchina che serve a un pugno di sfruttatori per schiacciare milioni di lavoratori. […] limitarsi al parlamentarismo borghese, alla democrazia borghese, abbellirla come 'democrazia' in generale, tacerne il carattere borghese, dimenticare che il suffragio universale, finché perdura la proprietà dei capitalisti, è una delle armi dello Stato borghese, significa tradire vergognosamente il proletariato, passare dalla parte del suo nemico di classe, la borghesia, essere un traditore e un rinnegato” 1. E, da allora, l’elenco dei traditori e rinnegati non ha fatto che allungarsi e ingrossarsi!

A Lenin faceva eco, l’anno dopo, “Il Soviet”, organo della frazione del Partito Socialista che di lì a poco avrebbe fondato il Partito comunista d'Italia: “Il nostro astensionismo deriva dalla grande importanza che noi diamo al compito politico che nell'attuale periodo storico tocca ai Partiti Comunisti: conquista insurrezionale del potere politico, instaurazione della dittatura del proletariato e del sistema soviettista. Siccome il più grande ostacolo a questa lotta sono le tradizioni e i partiti politici della democrazia borghese […], affermiamo indispensabile il troncare ogni contatto fra il movimento rivoluzionario e gli organi rappresentativi borghesi: l'isolamento della carogna in putrefazione della democrazia parlamentare” 2. Oggi, quel cadavere, quella “carogna in putrefazione”, continua a camminare come uno zombie, e dietro gli vanno, abbrutiti e drogati dallo sbraitare idiota di una politica borghese infame e di mezzi di comunicazione asserviti, coloro che ancora s’illudono e ci credono.

Ci si può obiettare che siamo ben lontani dalle condizioni oggettive e soggettive necessarie per l'insurrezione e la presa del potere. Certo: ma appunto per questo sono necessari lo sviluppo, l'approfondimento e la diffusione, specie fra le giovani generazioni che subiscono sulla propria pelle i dissesti inevitabili nel sopravvivere di un capitalismo stramaturo e condannato dalla storia, di quella preparazione rivoluzionaria che può solo opporsi in maniera totale alla preparazione elettorale. Noi non diciamo: “Disertate le urne e fatevi i fatti vostri”. Noi diciamo: “Schieratevi sul fronte della lotta di classe, con tutto ciò che questo comporta a livello sociale e politico. Disertate le urne”. Noi non siamo per “l'anti-politica”, questo stupido spauracchio democratico: noi siamo per una politica rivoluzionaria che, nelle mobilitazioni e nelle quotidiane lotte operaie, nella faticosa opera di organizzazione e direzione politica di un proletariato aggredito da ogni parte, ancora diviso al proprio interno, disperso e oppresso da decenni di controrivoluzione aperta o dissimulata, prepari le condizioni perché sia finalmente abbattuto questo modo di produzione che, dibattendosi in una crisi economica senza fine e senza soluzione che non sia quella di un nuovo conflitto mondiale, sta massacrando intere popolazioni e devastando intere aree del pianeta, e prepara massacri e devastazioni ancor peggiori.

Ma politica rivoluzionaria vuol dire partito rivoluzionario, quel partito al quale noi lavoriamo indefessamente, minoritari e contro corrente, perché esso si radichi e si sviluppi in ogni segmento internazionale della nostra classe.

Via dalle urne, dunque! Via dall'ennesimo inganno! Per opporre la nostra forza, potenzialmente immensa, alla dittatura democratica della classe dominante!

 

1Lenin, “Lettera agli operai d'Europa e d'America” (24/1/1919).

2“Le tendenze nella III Internazionale” (23/5/1920).

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.