DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

In occasione della manifestazione in ricordo di Rosa Luxemburg, Karl Liebknecht e altri compagni anonimi massacrati dalla socialdemocrazia tedesca nel gennaio 1919, manifestazione che si tiene ogni anno a Berlino il 15 gennaio, i nostri compagni tedeschi hanno distribuito il volantino (di cui riproduciamo la prima facciata) dal titolo “Lotta di classe e comunismo contro antifascismo e democrazia”. In esso (ne facciamo una rapida sintesi), si ricorda che il rifiuto della democrazia da parte della Sinistra Comunista ha trovato la sua più perfetta integrazione nella teoria marxista, nello stesso tempo in cui la mistificazione democratica trovava la sua espressione più alta nell’Antifascismo e nella teoria bastarda del “Socialismo in un solo paese”, che hanno soffocato le lotte proletarie legandole saldamente alle istituzioni dello Stato democratico. Il voto socialdemocratico sui crediti di guerra nel 1914 – sottolinea ancora il volantino – ha spinto la classe operaia alla partecipazione al primo conflitto mondiale e, due decenni dopo, fondandosi sull’esperienza della Repubblica di Weimar, il Nazionalsocialismo ha imposto il suo Stato sociale popolare (in parallelo con il New Deal americano, seguito alla crisi del 1929) e portato al secondo conflitto. Lo Stato postfascista della BRD e le ricostruzioni nazionali europee del dopoguerra hanno quindi perfezionato l’intreccio fra integrazione delle classi e repressione anti-proletaria. L’accordo che si è sviluppato tra destra e sinistra ha avuto come conseguenza la negazione della funzione storica della classe operaia e il suo scioglimento nell’amministrazione dello Stato sociale borghese.

Dopo alcune considerazioni sulla situazione tedesca, il volantino continua poi sottolineando il fatto che lo sviluppo della crisi economica nel XXI secolo e le contraddizioni inter-imperialistiche hanno condotto a sempre più generali mobilitazioni nazionaliste. Le organizzazioni di destra e populiste, alimentando il nazionalismo, oltre a scindere la classe operaia su linee razziste e sessiste, hanno spinto la piccola borghesia e gli scontenti dell’establishment a schierarsi contro il cosiddetto nemico “esterno”. Il successo elettorale dell’AfD (Alternative für Deutschland) ha indotto le “sinistre” a far ricorso a un’idiota analisi sociologica per ridurre il tutto a un “problema di rappresentanza”: così, per isolare l’AfD sono stati proposti “fronti popolari” e fantasiose “tattiche antirazziste” e… cabarettistiche scorte ai politici borghesi per… impedire ogni volta “il peggio”. Il tutto per sembrare “più moderni”, ma in realtà per distogliere i proletari dalla prospettiva rivoluzionaria.

Il volantino si conclude con una lunga citazione dal Manifesto del Partito Comunista (1848).

Sempre nella giornata del 15 gennaio, i compagni hanno poi indetto la riunione pubblica dal titolo “Per una risposta di classe alla mobilizzazione borghese contro il populismo di destra”, di cui daremo una sintesi nel prossimo numero di questo giornale.

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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