DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

E' ben noto a chi ci segue l'interesse appassionato che nutriamo per le “biografie intellettuali” dei protagonisti della vita politica, nostrana e non. E infatti con trepidazione abbiamo letto l'intervista rilasciata al Corriere della Sera (19 aprile u.s.) da Fausto Bertinotti, l'indimenticabile segretario regionale della CGIL piemontese all'epoca della svendita della lunga lotta dei lavoratori FIAT dell’ottobre 1980 – intervista che si apre con una seria riflessione, densa di significato: “L'eutanasia del movimento operaio ha disperso la memoria di cosa è stato il dialogo con il mondo cattolico”. Par di sentire l'angelica musica delle sfere celesti...

Il fatto è che l'indimenticabile Bertinotti – c'informa il Corriere – ha ripreso a dialogare con... il leader spirituale di Comunione e Liberazione, Julián Carrón, presentandone in varie occasioni il libro La bellezza disarmata (mah!): un percorso iniziato già da almeno due anni. Alla domanda dell'intervistatore (“perché proprio Comunione e Liberazione?”), il Bertinotti risponde che, “nel quadro della crisi di civiltà” (mah!), “serve il dialogo tra diverse fedi”, perché, di fronte a una politica che non sa dare più risposte (mah!), “il dialogo con chi ha una fede può essere la scintilla che ridà speranza”. Baciapile di tutto il mondo, unitevi!

C'è poi la ciliegina, non temete. Perché l'indimenticabile spiega che, invitato al meeting di Rimini di CL, ha trovato “molto di più e di diverso di quel che mi aspettavo. Anzitutto, il popolo [volevamo ben dire!]. Ricordo che per Gramsci [eccolo lì!] l'intellettuale può pensare di rappresentare il popolo solo se con questo vi è quella che lui chiamava 'una connessione sentimentale'. Lì l'ho trovata”!

Si tratta dunque, nella miseranda condizione odierna, di “ritrovare il popolo”. E qui ci sovviene che, ormai parecchi anni fa, anche qualcun altro aveva “ritrovato il popolo” fra le braccia cherubiniche di CL: niente popò di meno che Aldo Brandirali, già grande capo (spirituale e materiale) dei marxisti-leninisti di “Servire il popolo”, nel ’68 e dintorni! E così immaginiamo che, nell'empireo dei chierichetti figli, nipoti e pronipoti di don Giussani, “Servire il popolo” e “Ritrovare il popolo” procedano finalmente a braccetto, in... “connessione sentimentale”.

Recuperata la memoria tramite il suo partito, il proletariato (e non il popolo, ronzino multi-uso per l’interclassismo di tutti gli opportunisti) se ne ricorderà – e procederà a un altro tipo di... connessione: molto poco sentimentale!

 

Partito comunista internazionale

                                              (il programma comunista)

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