DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Di fronte ai nuovi sanguinosi attentati di Parigi, non perdiamo tempo a chiederci “chi ci stia dietro” – se davvero siano opera dell'Isis o di qualche altra organizzazione che si serve della sua copertura per attività terroriste al servizio di questo o quello Stato. Chiediamoci piuttosto se tutti questi attentati non costituiscano un ulteriore passo avanti nella preparazione ideologica di un nuovo macello mondiale: gli Stati imperialisti più forti, con il loro seguito di obbedienti Stati più deboli, saranno costretti – da una situazione di crisi economica sistemica – a scontrarsi gli uni con gli altri, sulla base del principio inossidabile, nell'universo capitalista, del “mors tua vita mea”. Chiediamoci piuttosto se questo modo di produzione fondato sulla concorrenza più spietata, sullo sfruttamento di masse immense di proletari, sul conflitto di tutti gli interessi, sul disprezzo della vita umana, sull’indifferenza per l'ambiente, in funzione solo ed esclusivamente del profitto, non abbia raggiunto uno stadio in cui può produrre solo devastazioni, sofferenze, sangue.

Da un secolo e mezzo, le guerre hanno imperversato in ogni angolo del globo e nell'ultimo cinquantennio si sono intensificate e ravvicinate: non sono certo guerre etniche o religiose, né guerre per affermare questo o quel pretestuoso “principio di nazionalità”, ma guerre per difendere ed estendere gli interessi economici nazionali – soprattutto, sono atti di guerra contro il proletariato mondiale. Chiediamoci dunque piuttosto se non sia davvero giunto il momento di recuperare con coraggio e orgoglio tutta la tradizione del movimento comunista e rivoluzionario: la lotta di difesa delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari, il rifiuto attivo e organizzato di ogni appello all’unità nazionale e di ogni manifestazione patriottica, il disfattismo rivoluzionario aperto, come strumenti per l’attacco finale alla borghesia che, tramite il suo terrorismo di stato, propaganda ovunque e giorno dopo giorno le sue guerre in nome di “patrie”, “nazioni”, “razze”, “confessioni religiose”… Il momento di organizzarsi nel partito comunista internazionale per farla finita con questo mostro divoratore, in pace come in guerra, di vite umane.

Nessuna solidarietà con le borghesie nazionali e con la “propria” in primo luogo!

Per la difesa esclusiva degli interessi economici e politici del proletariato mondiale!

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
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NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
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