DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Le notizie che arrivano dal Giappone non sono giapponesi ma internazionali: nel senso che la terra del Sol Levante è lo specchio (come, d'altronde, tutti gli stati mondiali) dell’andazzo dell’economia capitalistica.

Ricordiamo, per piacere di cronaca, che il Giappone ha chiuso il terzo trimestre con il Pil in calo dello 0,4% rispetto al secondo trimestre 2014; che i consumi si sono fermati al più 0,4%, dopo il meno 5% del secondo trimestre; e che gli investimenti sono calati dello 0,2%.

Ma la notizia che fa scandalo (in questo momento) tra i ben pensanti democratici, riformisti, intellettuali, a tutti quelli che si sono crogiolati nelle serate televisive di Roberto Benigni, è la vicenda dello studente ventenne che, dalla rete, ha bersagliato il premier Shinzo Abe con domande impertinenti quanto efficaci sui temi economici e sociali. Il Primo Ministro, dal suo sito ufficiale di Facebook, ha risposto che il giovane faceva bene a smettere “di divertirsi a provocare”, a meno che non facesse parte di “una organizzazione sovversiva, nel qual caso sarai punito in base alle leggi”.

Terrorizzato, il giovane esce allo scoperto, chiede scusa a tutti: e il suo sito sparisce.

Come mai questo finale autoritario? Semplice: si scopre che nel paese circola una brutta aria e basta un sospetto per essere fermati e trattenuti sino a 23 giorni, senza vedere un giudice e potendo conferire con il proprio avvocato solo per dieci minuti al giorno.

Ora, tutti si chiedono: “Ma la democrazia (in questo caso in Giappone) dov’è finita?”.

“Elementare, Watson…”, direbbe Sherlock Holmes. “In un paese, in cui il divario tra ricchi e poveri è sempre più profondo e la classe media (cui l’80% dei giapponesi dichiarava di appartenere negli anni ottanta) non fa che contrarsi, che cosa possiamo dedurre, mio caro dottore? Che la democrazia si blinda sempre più in vista di tempi duri…”.

Fine (provvisoria) della storia.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista)

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