DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Che dire di un 8 marzo ridotto a mimose e cioccolatini, “pizza con le amiche” spot sul “rispetto”, dibattiti sulla "componente rosa" della classe di comando borghese, e una "giornata della donna" in decomposizione, impregnata di concetti tutti funzionali al capitale e ai suoi mercificati rapporti sociali? Che dire di un Primo Maggio ridotto a mesti cortei funebri annegati in una retorica nazional-popolare, ritualistica celebrazione sindacal-festaiola priva di qualunque significato rivoluzionario, con corredo di fastidiose venditrici di coccarde digiune di qualsiasi discorso politico e truppe cammellate di pensionati e famigliole scaricati da pullman per lo show di un giorno?

Ci hanno rubato anche queste due giornate: esse non sono nate come “feste”, ma come momenti di lotta, di memoria di classe, di identità collettiva di proletarie e proletari. L'istituzione di una giornata specifica che mettesse in risalto le condizioni di incredibile sfruttamento cui erano sottoposte le donne proletarie (insieme a uomini e bambini, perché il capitale non guarda in faccia nè al sesso nè all'età) è stata una necessità storica, suggellata da lotte e massacri. Egualmente, la conquista di una giornata che ricordasse l'antagonismo insopprimibile fra chi deve vendere la propria forza-lavoro per sopravvivere e chi da quella forza-lavoro estrae profitti rimandava a un'intera storia di classe - una giornata che unisse i proletari di tutto il mondo in lotta per la riduzione della giornata lavorativa a tutti quelli che s'erano battuti e si battevano (e, in prospettiva, si sarebbero battuti) per l'abbattimento di un regime fondato sullo sfruttamento.

Ci hanno rubato anche queste due giornate: dobbiamo riappropriarcene nella consapevolezza che la condizione materiale di corpo sfruttato in ogni campo può solo trovare riscatto nella lotta di classe contro il capitale, contro un sistema di distruzione globale a cui il corpo femminile non sfugge, insieme ai corpi maschili, infantili, adolescenziali - corpi da vendere e consumare in tempo di pace e da macellare in tempo di guerra. E che la lotta quotidiana contro il selvaggio meccanismo di sfruttamento, i ritmi di lavoro, le malattie e le morti da veleni, stress e disperazione, la disoccupazione che dilaga e la militarizzazione dell'intera società la repressione legale e illegale, il razzismo e il sessismo, l'orizzonte sempre più nero che preannuncia un altro conflitto mondiale - quella necessaria lotta quotidiana deve raccordarsi a una prospettiva classista e internazionalista. La liberazione dal giogo del capitale un percorso di classe e non di sesso, un programma di lotta e non una festa interclassista. E' l'intera specie umana che necessita di una nuova società in cui i rapporti sociali siano sani e solidali e in armonia con la natura, e dove ognuno e ognuna possa dare secondo le proprie capacità e avere secondo i propri bisogni.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2014)

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