DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

A fine febbraio, a Ferrara, indetta da un “sindacato di polizia”, c'è stata una manifestazione di solidarietà a favore di agenti riconosciuti colpevoli di aver ucciso a suon di botte un giovane (omicidio colposo, naturalmente) e per questo condannati ed ora in galera. La provocatoria manifestazione si è svolta sotto le finestre dell'ufficio del comune di Ferrara dove lavora la madre del giovane ucciso.

In risposta, c'è stata una grande mobilitazione di condanna dell'iniziativa del sindacato: quale migliore occasione, per il marciume democratico e patriottico, per proclamare a gran voce sostegno alla “polizia sana”, allo Stato “sopra le parti” – in una parola, alla sbirraglia democratica ?

Mentre giovani e lavoratori manifestavano la loro rabbia contro i poliziotti complici di brutalità, i riformisti, i democratici, i sinistri e la stampa reclamavano l'espulsione dal corpo della polizia dei poliziotti “colpevoli e indegni”. Ed è partito l'elogio per questi servitori dello stato: dall'ultimo al primo, ricordando il gran capo, morto da poco, e la sua capacità di chiedere scusa... dopo.

Dunque, per tutti i democratici, i “sinistri”, i riformisti, i grillini, ecc., i poliziotti condannati sono solo “mele marce”, da non confondere col “corpo sano”... salvo “rare eccezioni”.

Per la verità, a noi non risultano né rare né eccezioni, ma ricorrente normalità. Il proletariato internazionale conosce bene e da tempo le gesta della sbirraglia nel mondo. Conosce le cariche dei celerini di Scelba; gli omicidi di Avola e Battipaglia; le cariche contro i minatori delle Asturie; le botte ai minatori sardi; la mitraglia contro i minatori sudafricani con decine di morti; l'eccidio di lavoratori americani per cui ogni anno il I maggio i proletari del mondo scendono in piazza.

Poche “mele marce”? Tutte “eccezioni”?

Noi diciamo che questa è la polizia: un corpo armato a difesa del profitto e contro ogni sia pur minimo tentativo di lotta. Chi spara contro i lavoratori e massacra a botte chi capita nelle sue mani è proprio degno della divisa che porta.

Ancora e sempre, di fronte ai lavoratori uccisi, la domanda è: patologia o fisiologia del capitalismo?

Noi comunisti non abbiamo dubbi: FISIOLOGIA DEL CAPITALISMO.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2013)

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