DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Era nostra intenzione scrivere qualcosa di divertente sulla recente, ennesima buffonata elettorale italiana, ma non c’è venuto in mente nulla: lo squallore non stimola l’ingegno. “Ripieghiamo” allora su questo nostro articolo del 1952, che – ahinoi! – continua a essere d’attualità: tanto che, nel frattempo, l’elenco dei… “campionati elettorali” s’è allungato all’infinito.

 

Una ricchezza italica

LE ELEZIONI

Vogliamo fare il conto delle elezioni fatte e da farsi nel prossimo futuro nel nostro civilissimo paese? Veramente, è il caso di dire che le cifre e i fatti parlino da soli, senza bisogno del commento esterno. Ricordate quando si cominciò? Certamente, voi altri tifosi elettorali l'avrete già dimenticato, essendo tutti protesi verso il prossimo torneo. Si cominciò nel 1946, un anno dopo la Liberazione (ammazzala!), con il Referendum istituzionale che ci regalò a stento la Repubblica e la elezione dei deputati alla Costituente. Nello stesso anno, nell'ottobre, si svolsero le amministrative in alcuni centri dell'Alta Italia, a Cassino ecc. Un anno dopo, si tennero le elezioni amministrative nel resto della penisola e a Roma (ottobre 1947). Delle elezioni del 18 aprile 1948 vogliamo parlarne ancora? Non erano ancora cessate le polemiche sulle statistiche elettorali, allorché ebbero luogo, nel 1949, le elezioni sarde. Il 1950 passò liscio. Ma nel 1951 si ricominciò con le amministrative, e ci godemmo i due turni elettorali svoltisi in Alta Italia e in alcune provincie meridionali. Del terzo turno delle amministrative tenute il 25 maggio dell'anno in corso, ne stanno ancora parlando, ma non troppo perché tutte le macchine fabbrica voti stanno già lavorando a pieno regime in vista delle super-elezioni politiche (fregatevi le mani!) del 1953.

Consuntivo: elezioni almeno una volta all'anno. Potrebbero includere nel decalogo del buon cristiano: Ricordati di santificare... le elezioni.

Uno sguardo al futuro non ci apprende nulla di nuovo. Abbiamo detto delle elezioni politiche del 1953. Ma l'elezione dei senatori avverrà, a norma di Costituzione, solo nel 1954, un anno dopo. Ed ecco che nel 1955 scadranno le amministrazioni elette nel 1951, ed allora bisognerà correre alle urne. L'anno successivo, non vorrete dare i vostri suffragi per istituire le amministrazioni comunali elette nel terzo turno di quest'anno? Vorrete stare un anno senza impugnare la scheda e appartarvi nella cabina? Oibò!

E non dimenticate quando andrete a votare per l'elezione dei deputati, l'anno venturo, che il mandato loro dura appena cinque anni, sicché nel 1958, dopo i piccoli spuntini annuali di cui sopra, avrete la grande scorpacciata.

Il fascismo inventava ogni anno di che istupidire la gente: l'abolizione del «lei», gli azzurri di Dalmazia, le gare ginniche dei gerarchi, le crociere atlantiche. La democrazia parlamentare ha di meglio: i campionati elettorali. Diversi i metodi e le trovate, uguali gli obiettivi, e, purtroppo, i risultati: fare dimenticare la miseria, la fame, i pidocchi dei proletari, le infamie della borghesia. E' proprio vero, cambia cambia, ma è sempre la stessa cosa. E sempre sarà finché i proletari saranno tanto illusi da credere che, con un frego di matita su un pezzo di carta straccia, si possa distruggere la secolare macchina dello Stato borghese.

 

Battaglia comunista”, n. 13/1952

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2013)

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