DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La Repubblica Popolare Cinese è vicina al collasso. All'indomani della transizione politica, la sua economia perde colpi, il Partito comunista si sta frammentando, l'autorità del governo centrale si va erodendo, l'esercito sta sfuggendo al controllo civile e la popolazione, da un lato all'altro del paese, scende in strada a protestare, spesso violentemente”. E' una frase forte, quella che Gordon G. Chang, “esperto di questioni cinesi”, usa per aprire il suo articolo “In morte del miracolo cinese”, pubblicato nel numero 6/2012 di Limes. Infatti, bombardati dai media e soprattutto dagli economisti borghesi, che fanno della Cina non solo la panacea di tutti i mali del capitalismo, ma addirittura il trampolino per un rilancio dell'economia contraddistinta dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la frase suona alquanto strana.

Ma il signor Chang ha le idee chiare in proposito e indica, come metro di misura, il calo di consumo dell'elettricità: nel terzo trimestre del 2012, l'aumento medio mensile è stato appena del 2,1%, ma la maglia nera spetta al mese di settembre, con un magro 1,5%. Dato che, storicamente, l'aumento della produzione elettrica surclassa la crescita del Pil, se ne deduce che negli ultimi tempi l'economia cinese potrebbe essersi quasi fermata.

Anche l'attività manifatturiera, uno dei pilastri della crescita dell'economia cinese, si è contratta per l'undicesimo mese consecutivo, circostanza confermata dalla caduta dell'indice dei prezzi alla produzione che sempre a settembre ha segnato un –3,6%. Deflazione e crescita sostenuta raramente vanno d'accordo!

Chang ricorda ancora che i profitti delle imprese hanno deluso gli osservatori: nel terzo trimestre, i guadagni delle aziende quotate in borsa sono diminuiti. Inoltre, il ministero delle Finanze ha recentemente annunciato che i profitti delle imprese di Stato, spina dorsale dell'economia, sono calati dell'11,4% nei primi nove mesi del 2012. Ma forse il miglior indicatore delle difficoltà in cui si dibatte la Cina è la fuga dei capitali, che ogni trimestre lasciano il paese al ritmo di decine di miliardi di dollari.

Un qualsiasi tirapiedi del mondo borghese a questo punto potrebbe avanzare il sospetto che a Chang quei numeri sono stati dati dopo una serata in una fumeria d'oppio… E che forse lo stesso Chang, lui pure buon tirapiedi, abbia preso paura di quel che gli è scappato di dire e si sia ritirato in qualche convento tibetano, sperando di aver dato questi giudizi solo perché… preda del demonio!

A noi non resta che ribadire al caro Chang che, se qualche demone ha potuto, contro la sua volontà, imporgli di ammettere determinate cose, eh sì, è proprio il demone del comunismo, duro da sconfiggere con un semplice ritiro spirituale.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2013)

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