DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

La crisi economica fa a pezzi il tempo del vostro futuro e in piazza incontrate i manganelli della polizia: succede così ad altri giovani e meno giovani, studenti e proletari, ovunque nel mondo. E i media rigurgitano di appelli, articoli, analisi sociologiche, dichiarazioni di ministri e partiti, sindacalisti e poliziotti.

Non lasciatevi ingannare! La crisi economica non è “colpa” delle banche o della finanza, della speculazione o del malgoverno. E' una crisi sistemica del modo di produzione capitalistico, una crisi di sovrapproduzione di merci e capitali. Essa ci dice che, una volta di più, il capitalismo è giunto al capolinea: tocca a noi impedirgli di riprendere il proprio viaggio, fra devastazioni e sofferenze sempre più estese e profonde.

Non lasciatevi ingannare! Il manganello che vi spacca la faccia non è un “difetto di democrazia”, come non esistono “poliziotti buoni” e “poliziotti cattivi”. Questa è la democrazia blindata: pugno di ferro e guanto di velluto, espressione diretta di chi ha il potere e lo esercita. Le “forze dell'ordine” difendono quel potere, lo status quo necessario al Capitale: non possono fare o essere altro.

Non lasciatevi ingannare! La vostra prospettiva non può essere quella di una “scuola migliore”, di “più cultura” e “più diritti”, di “saperi condivisi” e “beni comuni”: queste illusioni nascondono il fatto che ogni “sapere”, ogni “scuola”, ogni “bene” e “diritto”, è espressione totalmente subordinata del modo di produzione capitalistico. Finché il Capitale è in grado di destinare loro delle briciole, lo fa, ben sapendo che così si assicura la pace sociale; ma, quando la crisi riduce i profitti e la concorrenza si fa spietata, non esita a tagliare e la pace sociale è imposta con la forza – non più con la carota, ma con il bastone.

Non lasciatevi ingannare! Non esistono “soluzioni” a questa crisi entro il quadro dello status quo. Lo Stato non è il San Gennaro cui ci si rivolge per chiedere miracoli: è il braccio economico e armato del Capitale; non esistono “governi amici”: governi e parlamenti sono puri strumenti delle politiche economiche e sociali necessarie al mantenimento del dominio capitalistico; i partiti parlamentari (di destra e di “sinistra”, che parlino il “linguaggio tradizionale della politica” o fingano d'inventarsi “nuovi linguaggi”, più “vicini alla gente”, ecc.) sono tutti elementi di conservazione, nemici acerrimi di ogni prospettiva di cambiamento.

Non lasciatevi ingannare! La crisi economica è destinata ad approfondirsi, a dilagare, anche se ci potranno essere illusori momenti di rallentamento. La prospettiva potrà solo essere una sempre maggiore espulsione di lavoratori dal processo produttivo, una precarizzazione sempre più diffusa dei rapporti di lavoro, il tentativo di affasciare tutti gli strati sociali intorno alla bandiera dell'“economia nazionale”, una più intensa militarizzazione di ogni settore della vita quotidiana, un ricorso sempre più sottile e pervasivo alle armi ideologiche del nazionalismo e del razzismo, in vista di quello che è lo sbocco inevitabile di ogni crisi sistemica del modo di produzione capitalistico: la preparazione di un nuovo conflitto mondiale, di cui soprattutto voi siete destinati a essere la carne da cannone.

Non lasciatevi ingannare! Non chiudetevi nei recinti della scuola, dell'università, della cultura, nella torpida illusione della “responsabilità sociale” e della “democrazia diffusa”, nella ghettizzazione delle “reti alternative”, dell'“alternativa praticata qui e ora”, nella falsa risorsa dell'attivismo fine a se stesso, del ribellismo che individua i propri “nemici” in questo o quel simbolo. A fatica, dopo decenni di sconfitte e tradimenti, le lotte dei proletari (della classe di cui, precari o disoccupati, farete parte) stanno cominciando a rinascere ovunque nel mondo: siano esse il vostro vero punto di riferimento.

Noi non abbiamo promesse da farvi o soluzioni immediate da proporvi. Vi diciamo anzi che la strada da percorrere non è facile e non è breve. Ma non c'è alternativa. E' la strada della preparazione rivoluzionaria, del lavoro duro e metodico di rafforzamento e radicamento internazionale del partito rivoluzionario. E ha bisogno delle vostre energie e della vostra passione, della vostra rabbia e del vostro entusiasmo.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°01 - 2013)

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