DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Mentre dalla fogna della politica borghese continuano a levarsi miasmi puzzolenti e inquinanti, lo Stato (che del Capitale è servo fedele e braccio armato) non cessa di perseguitare i proletari che non intendono accettare passivamente il bestiale sfruttamento cui sono sottoposti nelle fabbriche, nei magazzini, nei laboratori, nei campi, in tutti i luoghi di lavoro... Negli ultimi anni, le lotte vigorose dei lavoratori della logistica, la punta più avanzata (e in larga maggioranza immigrata) di un movimento operaio diviso e disorientato dalle pratiche opportuniste di sindacati di regime e partiti di finta sinistra, sono state quotidianamente contrastate dall'opera congiunta di magistratura, “forze dell'ordine” e mezzi di disinformazione, che hanno fatto ricorso a tutte le pratiche più vomitevoli pur di calunniare, intimidire, reprimere. Si contano ormai a centinaia le cariche, gli arresti, i fogli di via, i processi e le condanne a pene detentive, nei confronti dei lavoratori.

 

 “Criminalizzare le lotte e chi le sostiene”: questa è la parola d'ordine della classe dominante, di qualunque colore sia il governo che la rappresenta (basta ripercorrere con la memoria decenni e decenni di repressione anti-proletaria per rendersene conto!) – esattamente come “Criminalizzare i migranti e chi li aiuta” con le accuse e i pretesti più squallidi è la sua parola d'ordine per militarizzare ancor più le città (e le teste).

Così, poiché non si può (per il momento!) rendere illegale lo sciopero, si attacca il picchetto che dello sciopero è strumento e parte integrante – tanto quanto lo sono, per la difesa del modo di produzione capitalistico, il manganello e i lacrimogeni delle “forze dell'ordine” o i codici dei magistrati. Lo si definisce “violenza privata”, quando tutta la società del Capitale è un'unica, ininterrotta violenza nei confronti dei proletari! E ciò è tanto più efficace in quanto avviene “in nome della democrazia”...

L'esempio più recente è la raffica di “decreti di citazione a giudizio” rovesciatasi sui proletari che hanno partecipato allo sciopero e alla mobilitazione davanti ai cancelli della Centrale Adriatica soc. Coop di Anzola dell’Emilia (Bo) – fra cui due nostri compagni presenti fin dall’inizio dell’azione di lotta coordinata dal S. I. Cobas: perché per noi la solidarietà non si dà solo a parole, ma, nei limiti delle nostre forze, soprattutto con i fatti.

Ebbene, noi non ci stanchiamo di ripeterlo: IL FASCISMO C'È GIÀ: SI CHIAMA PER L'APPUNTO DEMOCRAZIA. Compito dei comunisti è combatterlo in tutte le sue forme e vesti!

Per sostenere le spese per la difesa dei due compagni sotto processo, lanciamo quindi una

 

SOTTOSCRIZIONE STRAORDINARIA

I compagni, i simpatizzanti, i lettori possono contribuirvi, inviando le somme al c.c.59164889, intestato a “Istituto Programma Comunista”, con la dicitura “Per la sottoscrizione straordinaria”.

 

1/10/2018

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

 

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