DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Dedichiamo questa lettera di Engels a Marx a tutti coloro che non vogliono comprendere come il modo di produzione capitalistico sia ormai marcio, a tutti coloro che non riescono a capacitarsi della crisi in atto (“come ci si è arrivati? che cosa è successo?”), a tutti coloro che si ostinano a credere che sia semplicemente una “crisi finanziaria” e a tutti coloro che fanno spallucce perché è“solo una crisi passeggera come ce ne sono state tante”. Soprattutto, la dedichiamo a tutti coloro che sono disorientati e preoccupati, in ansia per le sorti del capitalismo, che vorrebbero riformarlo ma non sanno bene come, che… vedono nero e non sanno darsi pace. Noi comunisti – ci insegnano Engels e Marx – vediamo invece con gioia l’esplodere della crisi, ne seguiamo il decorso con entusiasmo, auspicando che essa s’approfondisca ancor più, che scuota davvero dalle fondamenta quest’edificio pericolante e maleodorante. Non basta, certo: esso non cadrà da solo, ed è proprio per questo che, da più di centocinquant’anni, noi comunisti ci battiamo – per dargli il colpo di grazia! 

Una lettera di Engels a Marx

Manchester, 15 novembre 1857

Caro Marx,

mi dispiace che lunedì scorso tu abbia aspettato: io arrivai all'Euston Square soltanto dopo le sei, grazie al cattivo funzionamento della Compagnia ferroviaria di Brighton, e ripartii la stessa notte per Manchester.

La salute è buona, tutti sono meravigliati, anche Heckscher, che io mi sia cosi ristabilito. La memoria è ancora debole, persiste una certa torpidità, e non sopporto più l'alcool. L'ultima piaga si avvia a una rapida guarigione. A ciò contribuirà un po' d'equitazione e un moderato lavoro d'ufficio; per quel che riguarda quest'ultimo mi sono messo d'accordo con la nostra fabbrica, a orario ridotto.

Avrai sicuramente l’articolo sul “Cannone” con la prossima posta del venerdì. Prima non è possibile. Ne verranno circa dieci lunghi fogli. Il resto della C potrà seguire presto; sono perlopiù piccole coserelle che si possono presto concludere qui coi miei libri [1]. Appena vedrò un po' chiaro nella mia situazione finanziaria (che è molto confusa), ti manderò del denaro.

Questa volta la crisi ha degli sviluppi alquanto particolari. Già da quasi un anno la speculazione sulle azioni in Francia e in Germania si trovava in una crisi preliminare; soltanto ora è arrivato al punto di collasso il grosso della speculazione sulle azioni a New York, e così tutto è giunto alla decisione. La cosa più notevole è che gli yankees hanno sì, come sempre, speculato sul capitale straniero, ma questa volta specialmente su quello continentale. I burocrati e i redditieri, che in Germania hanno comprato per conto loro tutto quello che fosse americano, avranno un bel salasso. La pre-crisi della speculazione sulle azioni nel continente e i pochi punti di contatto diretto che essa aveva con quella americana, ritardano l'immediato contraccolpo della speculazione americana su quella continentale; ma non si farà troppo aspettare. Oltre alle azioni, la speculazione si era estesa a tutti i prodotti grezzi e ai generi coloniali, sicché anche a tutti i manufatti nei cui prezzi si risente ancora molto quello del prodotto grezzo; e perciò tanto più caro quanto più è vicino al prodotto grezzo e quanto più caro è il prodotto grezzo. I filati più cari dei tessuti, i tessuti grezzi più cari di quelli stampati e a colori, le sete più care dei cotonami.

Nella seta qui avevamo una pre-crisi dall'agosto; circa 20 fabbricanti fallirono per un totale che non saprei valutare a meno di £ 200.000, e nel caso migliore se ne salveranno il 35-40%.

Noi vi siamo coinvolti per £ 6.000, il che fa, per la mia parte, £ 300!! oppure, dopo il pagamento dei dividendi nel caso migliore sempre £ 180. In queste condizioni dovrò proprio fare un nuovo contratto col mio vecchio. Questo di passaggio.  La crisi della seta continua ancora. Il fallimento di Bennoch, Twentyman & Rigg (concorrenti di Blank) coinvolge a Coventry cinque fabbricanti di nastri di seta per £ 100.000, il maggiore dei quali per £ 40.000, il minore per £ 6.000. T. S. Reed & Co. Derby, grossi filatori di seta e fabbricanti, avevano inoltre fatto fallimento subito dopo Bennoch e in seguito al suo. A Glasgow sono andati a gambe all'aria, oltre ai trenta riportati dai giornali, anche tutta una quantità di medi e piccoli industriali, senza che se ne parli. Non so se sia del numero anche la casa Ernst Dronke. Forse non ha avuto l'intelligenza di sfruttare il momento per ritirarsi dignitosamente.

Come sia andato quest'anno il mercato del cotone, lo vedi dal grafico accluso, che è stato preparato da me sulla base di bollettini ufficiali a stampa del nostro agente commerciale. Dove la linea nera orizzontale cade a metà tra due ottavi, vuol dire che il prezzo era quella intermedio, un sedicesimo, sicché, p. es., tra 7 e 3/8 e 7 e 1/2 vuol dire 7 e 7/16 di pence.

Per quel che riguarda la produzione industriale in sé e per sé, pare che l'ingorgo delle riserve in America lo si abbia soprattutto nell'ovest; nei porti dell'est, le riserve di manufatti, secondo tutte le informazioni che ho io, sono molto scarse.

Ma che si tratti già di roba difficile da vendersi lo dimostra il fatto che si rispediscono da New York a Liverpool dei carichi interi. Qui tre quarti delle filature lavorano per riempire i magazzini, soltanto un quarto al massimo ha ancora qualche contratto in corso. Si pratica quasi universalmente la short time. Qui, una ditta commissionaria di 13 filati, molto attiva, che tre settimane fa aveva ancora in corso contratti per £ 45.000, ora ne ha soltanto per 3.000; tanto rapidamente i filatori hanno potuto far fronte alle consegne, anche con lo short time.

Le notizie singolarmente favorevoli da Madras e Bombay (vendite con profitto, cosa che non s'era piu vista dal 1847) danno una maggiore animazione al traffico con l'India. Chiunque lo possa fare ci si butta su. S. Mendel, agente indiano, tiene le luci accese fino alle 14 di sera in tutto il suo grande magazzino con grande rabbia degli altri commissionari, e spedisce quanto ce n'entra. Senza dubbio, centinaia di filande e di fabbriche tessili consegnano lì le loro merci. Laggiù si prepara quindi una crisi supplementare, per il caso che questo primo urto non sia in grado di mandare a gambe all'aria tutta la vecchia baracca.

Qui, la settimana passata, l'aspetto generale della Borsa era molto spassoso e questa gente è nera di rabbia perché il mio umore si è improvvisamente sollevato. Infatti, la Borsa è l'unico posto in cui il mio attuale torpore si tramuta in elasticità e slancio. Inoltre, faccio, come è naturale, sempre le profezie più nere, e la cosa fa doppiamente rabbia a questi somari. Giovedì la situazione era quanto mai lacrimevole, venerdì i signori almanaccavano sui possibili effetti della bank act suspension [2] e siccome il cotone salì nuovamente di un penny, si diceva: abbiamo già superato il peggio. Ma ieri era già sopravvenuta la più consolante disperazione; tutta quell'euforia era solo a parole e quasi nessuno voleva comprare, di modo che il mercato locale restò stagnante come prima. Quel che promette un brillante sviluppo di questa crisi è l'improvvisa necessità della bank act suspension subito al primo urto. Così facendo vi si coinvolge direttamente la banca stessa. Nel 1847 fu, sì, possibile lasciare che la cosa si trascinasse sin dal 1845 e ricorrere a questo provvedimento soltanto all'ultimissimo momento del peggiore imbarazzo. Si è anche provveduto ad estendere e a far perdurare la crisi.

La crisi della seta, che ha già tolto il pane alla maggior parte dei tessitori di seta (telaio a mano), e lo short time da soli sono sufficienti a rovinare completamente il commercio interno per questo inverno; fino alla fine d'ottobre andava ancora bene. La crisi americana metterà proprio nei pasticci i fabbricanti di mercerie di Barmen e di Elberfeld, i fabbricanti di seta di Elberfeld, di Krefeld e di Lione, i fabbricanti di panno tedeschi, francesi e belgi. I fabbricanti di mercerie di Barmen risentono ancora particolarmente di Bennoch, Twentyman. Draper, Pietroni & Co. coinvolgono l'Italia, specialmente Milano, i ducati (Toscana, Parma e Modena) , Bologna, ecc. Se il cotone non arriva a 6 pence la libbra non è possibile nessuna ripresa, neanche momentanea, dell'industria cotoniera di qui. Ed ora sta ancora a 7 pence, 7 pence e 1/4. Da questo puoi vedere quanto sia piccola la possibilità di una svolta.

Ciononostante, a primavera sarà possibile e addirittura probabile una svolta temporanea, una svolta non nel senso di “buoni affari”, ma tuttavia tale che si possano fare di nuovo degli affari, di modo che il meccanismo del commercio rimanga in moto e non si arrugginisca. Finora nessuna crisi ha avuto una fine cosi rapida e immediata, e questa, che viene dopo dieci anni di prosperità e di speculazioni, è meno che mai in grado di farlo. E neppure c'è una nuova Australia o California per salvare la situazione, e la Cina è nei guai per venti anni. Ma la violenza di questo primo colpo dimostra quali enormi dimensioni la cosa prenda. Dopo l'immensa produzione d'oro e il corrispondente enorme sviluppo dell'industria non è neanche possibile altrimenti.

Sarebbe desiderabile che, prima che arrivasse un secondo colpo decisivo, si verificasse questo “miglioramento” che rendesse la crisi, da acuta, cronica. La pressione cronica è necessaria per un certo tempo per riscaldare il popolo. Il proletariato in questo caso colpisce meglio con una migliore cognizione di causa, e con maggiore accordo; proprio come un attacco di cavalleria riesce molto meglio quando i cavalli abbiano dovuto trottare per un 500 passi, prima di arrivare alla carica. Non vorrei che scoppiasse qualcosa troppo presto, prima che tutta l'Europa ne fosse contagiata; la lotta dopo sarebbe più dura, più noiosa e più indecisa. Quasi quasi, maggio o giugno sarebbe ancora troppo presto. Per la lunga prosperità le masse debbono essere cadute in profondo letargo. I nostri amici Kinkel & Co. ci presenteranno adesso per il pagamento delle cambiali a vista su unarivoluzione, c'è da aspettarselo; non fa nulla, gliele pagheremo anche troppo presto a questi signori.

È molto bene che tu raccolga del materiale su questa crisi. Oggi mando di nuovo due “Guardians”; riceverai questo giornale regolarmente, e di tanto in tanto 1'“Examiner and Times”. Inoltre ti riferirò il più spesso possibile tutto quel che riuscirò a sapere, per poter avere una bella provvista di fatti.

Per il resto sto come stai tu. Da quando c'è stato il crollo a New York, non stavo più tranquillo a Jersey, e mi sento allegrissimo in questo generale crollo. Questa merda borghese degli ultimi sette anni mi si era in certo qual modo attaccata addosso; ora mi sento lavato, e torno ad essere un altro uomo. Fisicamente la crisi mi farà bene quanto un bagno di mare, me n'accorgo fin d'ora. Nel 1848 dicevamo: ora viene il momento nostro, ed in un certo senso è venuto, ma questa volta viene in pieno, si tratta di vita e di morte. Così, i miei studi militari diventano subito più concreti, mi butto senza indugio a studiare l'attuale organizzazione e la tattica elementare degli eserciti prussiano, austriaco, bavarese e francese, e oltre a ciò farò soltanto dell'equitazione, cioè della caccia alla volpe, che è la vera scuola. Saluta cordialmente tua moglie e le bambine. Anche loro saranno allegre, malgrado la malasorte, da cui mi arrovello giorno e notte di non poterti tirar fuori.

Tuo F. E.

A Failsworth, a quattro miglia di qui, un fabbricante, Liddle, è stato impiccato in effigie in optima forma e con la lettura del servizio funebre da parte di un tessitore vestito da prete. Invece del passo “Il Signore abbia misericordia della tua anima”, egli lesse: “Il Signore maledica la tua anima”,. Ora è il momento buono per Jones [3], purché sappia sfruttarlo.

Note


[1] Si fa riferimento alle voci che Marx ed Engels andavano scrivendo per la “New American Cyclopedia”, soprattutto (ma non solo) su questioni militari.

[2] Engels si riferisce alla misura di sospensione della Legge Bancaria del 1844 (che fissava alcuni limiti all’emissione di banconote da parte della Banca legandola alla quantità d’oro e argento effettivamente disponibile), presa dal governo inglese nel novembre 1857 di fronte a una grave crisi monetaria. Con questa misura, la Banca d’Inghilterra era autorizzata a emettere banconote a propria discrezione, ma a un tasso non inferiore del 10%.

[3] Si parla probabilmente di Ernest Jones, militante cartista.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°06 - 2010)

 

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