DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

«Io, milite oscuro del socialismo, mi onoro di appartenere alla falange dei rivoluzionari; cioè non credo che il fenomeno delle insurrezioni a mano armata possa evitarsi nella più grande e più umana delle rivoluzioni della mia specie. Qui è il punto principale che divide me da Montalto, Bosco, Petrina e Verro: essi credono che la rivoluzione socialista si compirà senza insurrezioni armate. Secondo me le distruzioni violente spariranno quando comincerà ad esistere l’umanità.

L’umanità non è esistita mai e non esiste ancora: ci sono stati degli individui umani, cioè uomini che in tutto o nella massima parte degli atti della loro vita hanno mostrato di avere sentimenti altruistici solidamente organizzati; ma l’umanità, come ente collettivo, incomincerà ad esistere il giorno, in cui l’uomo non sarà più costretto dai bisogni della propria conservazione a fare una lotta da lupi col proprio vicino.  

Ammesso anche che la maggior parte degli individui delle nazioni civili sia oggi disposta per eredità e per educazione a vivere umanamente, bisogna pure che essa si adatti a vivere bestialmente, né più né meno come l’altra parte che non vi è disposta, se non vuole esporsi al pericolo di cadere tra i vinti e gli affamati; bisogna pure che ognuno di noi si adatti a levare il pane dalla bocca altrui senza pietà. Con le attuali organizzazioni sociali, sono destinate a perire quelle nazioni e quegli individui che non si sforzano, col permesso dei codici, di rapire qualche cosa alle altre nazioni o agli altri individui. Questa vecchia verità è stata già riconosciuta da non pochi conservatori; ma essi, confondendo la biologia con la sociologia e applicando male le leggi  darwiniane, finiscono sempre col concludere che la lotta per la vita è legge naturale, che ha dominato e dominerà perennemente i rapporti tra nazione e nazione, tra individuo e individuo della stessa nazione.

Noi rivoluzionari, noi socialisti, invece, basandoci sulla storia e sulla sociologia, crediamo che verrà giorno in cui l’uomo non sarà più costretto dai bisogni della propria esistenza ad armarsi di fucili, di cannoni e di codici, per fare il ladro col cosidetto straniero, col proprio concittadino, e non rare volte coi genitori, coi fratelli e con le sorelle. Saremo degli utopisti: ma non dimenticate che la bestia uomo si è distaccata dalle bestie ed è giunta al punto in cui è per virtù di utopie, le quali, prima di realizzarsi, destarono disprezzi, ire, odi e persecuzioni contro i poveri sognatori.

E la storia è da un pezzo che va preparando la realizzazione alla più bella delle utopie del cervello umano: il giorno, in cui nei codici si affermò che nell’interesse pubblico si può levare la proprietà privata al cittadino, indennizzandolo con moneta, si fece un vero atto di socialismo incosciente; un altro atto di socialismo incosciente può chiamarsi il servizio militare obbligatorio per tutti gli uomini robusti, mentre i deboli e le donne ne vanno esenti... e tanti altri esempi si potrebbero citare di socialismo incosciente. La ripetizione di simili atti e un gruppo complesso di fattori, che non è qui il luogo di esaminare, hanno prodotto la coscienza socialista che oggi non è più un sogno, ma la visione netta di una tendenza sorta da lungo tempo nelle società umane e arrivata a tale grado di sviluppo da farci sperare che non è lontana l’epoca in cui avremo le prime organizzazioni coscientemente socialistiche.

Qui ripeto ciò che dichiarai nel mio interrogatorio: da socialista ho tentato di contribuire alla più umana, alla veramente umana, delle rivoluzioni con tutti i mezzi che ho creduto necessari e che il codice della borghesia permette a tutti i cittadini italiani.

Mezzi che il codice chiama reati, non li ho adoperati, non già perché li rigetti a priori, in sé, ma per la semplicissima ragione che ritengo non essere ancora arrivato il tempo, nel quale simili mezzi saranno utili e dolorosamente necessari .

...La rivoluzione per raggiungere i nostri ideali non è quella di cui mostrano spaventarsi i magistrati. Avete inteso quale deve essere e quale sarà.

Nessuno potrà provocarla: l’insurrezione armata sarà fatale. Sono dolente che quest’ora dell’insurrezione armata non sia suonata. Credo anzi che sia ancora molto lontana».

Con queste parole, il socialista Nicola Barbato, processato a Palermo dopo il movimento dei Fasci nel 1894, concluse personalmente la sua difesa. Poche, semplici, lapidarie parole di chiarezza teorica di un compagno modesto quanto valoroso.

(Da Storia della sinistra comunista, vol. 1, pp. 24-25, Edizioni il programma comunista)

                                                                                                           

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°05 - 2010)

 

INTERNATIONAL COMMUNIST PARTY PRESS
ARTICOLI GUERRA UCRAINA
RECENT PUBLICATIONS
  • Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella
    Il proletariato nella seconda guerra mondiale e nella "Resistenza" antifascista
      PDF   Quaderno n°4 (nuova edizione 2021)
  • Storia della Sinistra Comunista V
    Storia della Sinistra Comunista V
  • Perchè la Russia non era comunista
    Perchè la Russia non era comunista
      PDF   Quaderno n°10
  • 1917-2017 Ieri Oggi Domani
    1917-2017 Ieri Oggi Domani
      PDF   Quaderno n°9
  • Per la difesa intransigente ...
    Per la difesa intransigente
NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
  • Il proletariato palestinese nella tagliola infame dei nazionalismi ( Il programma comunista, n°2, 2024)
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.