DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Quello che sta succedendo in Grecia non è un fatto isolato e lontano. E’ un altro capitolo della ormai lunga e devastante crisi economica, apertasi a metà anni ’70 e destinata ad approfondirsi ulteriormente, con effetti sempre più gravi sul proletariato di tutti i paesi. Nata nella produzione, e non nella finanza come ci vorrebbero far credere, essa è una crisi sistemica del modo di produzione capitalistico: è una classica crisi di sovrapproduzione di merci e capitali, cui la borghesia ovunque può solo far fronte colpendo e torchiando i proletari – con giri di vite sempre più spietati per ciò che riguarda le loro condizioni di vita e di lavoro e infine, quando ciò non basti e lo richieda la situazione dei contrasti interimperialistici (mors tua, vita mea), mandandoli a massacrarsi a vicenda sui fronti contrapposti di un nuovo macello mondiale.

Proletari, attenti! Le misure spietate che il governo greco sta prendendo in risposta al diktat della Bce e del Fmi (di cui parliamo in un altro articolo di questo stesso numero) sono le misure che qualunque governo, in quelle stesse situazioni, prenderà per cercare di uscire dalla crisi. “Lacrime e sangue!”, promette la borghesia ellenica, e per una volta abbandona il linguaggio retorico e metafisico e si fa realista e addirittura materialista: pane al pane e vino al vino! “Lacrime e sangue!”, prometteranno e imporranno le borghesie di tutto il mondo, quando si apriranno i successivi capitoli della crisi (che già oggi si preparano: nemmeno tanto fra le righe, sono gli stessi economisti borghesi ad ammetterlo, riconoscendo di... non sapere a che santo votarsi!). E lacrime e sangue saranno.

Proletari, attenti! Fra i molti rischi che si stanno accumulando in questa situazione fluida, che può mutare da un giorno all’altro e da un giorno all’altro accelerare in maniera impressionante, ce n’è uno molto grave. E’ il pericolo del nazionalismo. Non basta infatti alla borghesia deviare la rabbia istintiva dei proletari già torchiati e ancor più minacciati, indirizzandola contro questo o quell’uomo di paglia: il singolo banchiere disonesto, le banche-vampiro, gli immobiliaristi, le agenzie di rating, e così via. Essa deve cominciare a saturare l’aria che si respira con il veleno del nazionalismo, dello sciovinismo. In Grecia già lo si comincia a vedere: “i cattivi sono tutti coloro che, con i loro aiuti interessati (e pagati ad alto tasso d’interesse), si propongono di strozzare il paese; e il cattivo più cattivo di tutti è la Germania, che ci ha ricattati a lungo, che ci ha imposto sanzioni, che ci vuole colonizzare!”. Discorsi del genere si faranno sempre più diffusi e intensi, con il passare del tempo, con il dilagare e l’approfondirsi della crisi: tutti contro tutti, perché il regno del capitale è il regno della guerra di tutti contro tutti! Ecco il primo, grande pericolo contro cui i proletari debbono guardarsi.

Il colpevole non è questo o quell’individuo, questa o quella agenzia o istituzione, questo o quel paese: la causa del disastro, dell’imminente catastrofe a cascata, e di tutte le sofferenze che seguiranno e che colpiranno i proletari di tutto il mondo, sta in un modo di produzione che, dopo aver esaurito ormai da molto il proprio ciclo vitale, sta agonizzando e con la sua agonia sta soffocando e uccidendo il mondo intero. Quello è il colpevole che va colpito una volta per tutte, quella è la causa dei nostri mali che va sradicata completamente e definitivamente.

La Grecia è il mondo! Proletari, rendetevene conto prima che sia troppo tardi! La borghesia ellenica ha lanciato un vero grido di guerra e quello stesso grido di guerra risuonerà ovunque nel prossimo futuro, lanciato da tutte le borghesie nazionali. Bene, accogliamolo e rispondiamo con il nostro grido di guerra, il grido di guerra che generazioni su generazioni di proletari hanno lanciato, e per il quale si sono battute, con forza e generosità:

 

Non un sacrificio per il capitale! difesa intransigente delle nostre condizioni di vita e di lavoro! rifiuto di ogni ricatto in nome della salvezza dell’economia nazionale! estensione, organizzazione e direzione delle lotte, con la creazione di un fronte unico proletario! reale e fattiva solidarietà internazionale, nella comprensione che l’attacco al proletariato è condotto da tutte le borghesie, sempre e comunque coalizzate – anche quando sono pronte a scannarsi a vicenda – contro di noi! risposta colpo su colpo a ogni attacco portato dal capitale, dal suo stato, dalla sua sbirraglia legale e illegale! aperta guerra di classe contro il capitale, il suo stato e i suoi governi, comunque mascherati, nella prospettiva inevitabile dello scontro supremo, classe contro classe, per la presa del potere sotto la guida del partito comunista internazionale e per l’instaurazione della dittatura del proletariato, ponte necessario verso la società senza classi, verso il comunismo!

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2010)

 

 

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