DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

“Vero” o “finto” che sia stato il tentativo di golpe in Turchia, con la successiva repressione messa in atto dal governo Erdogan (democraticamente eletto e come tale riconosciuto da tutte le potenze imperialiste), una cosa è certa: una volta di più, i duri fatti materiali della crisi economica mondiale si fanno sentire anche all'interno delle classi dominanti borghesi. Con implicazioni e conseguenze diverse, in Gran Bretagna e in Turchia (per limitarci ad alcuni degli eventi vistosi di quest'inizio d'estate 2016), si sono scontrate fazioni borghesi in grave affanno nel tentativo di far fronte a una crisi economica che, lì come altrove, rischia di diventare – e in parte è già diventata – sociale e politica.

I recenti balletti diplomatici turchi (il tira-e-molla con l’Europa, il vero e proprio cinico business sulla pelle dei migranti, le rotture e poi i riavvicinamenti con Russia, Israele, Siria) mostrano l'incertezza in cui si dibatte la classe dominante di quel paese, in un contesto internazionale egualmente dominato da un'instabilità che cresce: le guerre senza fine in Iraq, Siria, Libia, Centr'Africa; le fratture interne all'Europa con il conflitto in Ucraina e le spinte centrifughe e nazionaliste; il riposizionamento della Nato a est; una situazione sociale esplosiva in molti paesi dell'America Latina; l'acuirsi delle tensioni sociali negli Stati Uniti...

L'impossibilità delle varie classi dominanti nazionali di far fronte alla crisi se non preparando (attraverso un continuo disegno e ridisegno di precarie alleanze) un nuovo conflitto mondiale inter-imperialistico s'accompagna però sempre all'intensificata repressione anti-proletaria, all'aperta dittatura democratica nei confronti di tutti coloro che cercano di difendere le proprie condizioni di vita e di lavoro. I proletari di Turchia, qualunque sia la loro origine, come i proletari di tutto il mondo, non dovranno solo abbandonare ogni reazionaria prospettiva nazionale rompendo con la propria classe dominante e rifiutando di farsi agganciare al carro di questa o quella fazione borghese. Dovranno anche tornare a porsi – come obiettivo verso cui tendere – la questione del potere, unico modo per difendersi oggi dagli attacchi del capitale e predisporsi domani al contrattacco decisivo e finale. Ma perché quest'obiettivo non risulti vano e non si tramuti in un ennesimo bagno di sangue proletario, è necessario e urgente che si rafforzi e metta radici a livello mondiale il partito rivoluzionario, nato su solide basi teoriche e su una tradizione ormai centenaria di lotte e di organizzazione. Noi, Partito comunista internazionale (il programma comunista), ultra-minoritari e contro corrente, lavoriamo a ciò, nella convinzione, frutto di tutta un'esperienza, che questa prospettiva è l'unica in grado di sventare un nuovo devastante massacro inter-imperialista e di stroncare una volta per tutte la sanguinaria agonia di un modo di produzione – quello del capitale – ormai solo distruttivo.

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

 

Articoli recenti sulla situazione economica e sociale turca usciti su “il programma comunista”:

  • “Turchia oggi (I)”, n1/2014

  • “Turchia oggi (II)”, n.3-4/2014

  • “Dalla Turchia, un episodio di genuina lotta proletaria”, n.4/2015

  • “Turchia. Dopo l’ennesima strage”, n.6/2015

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NOSTRI TESTI SULLA "QUESTIONE ISRAELE-PALESTINA"
  • Israele: In Palestina, il conflitto arabo-ebreo ( Prometeo, n°96,1933)
  • Israele: Note internazionali: Uno sciopero in Palestina, il problema "nazionale" ebreo ( Prometeo, n°105, 1934)
  • I conflitti in Palestina ( Prometeo, n°131,1935)
  • Gli avvenimenti in Palestina (Prometeo, n°132,1935)
  • Israele: Fraternità pelosa ( Il programma comunista, n°21, 1960)
  • Israele: Il conflitto nel Medioriente alla riunione emiliano-romagnola (Il programma comunista, n°17, 1967)
  • Israele: Nel baraccone nazional-comunista: vie nazionali, blocco con la borghesia ( Il programma comunista, n°20, 1967)
  • Israele: Detto in poche righe ( Il programma comunista, n°18, 1968)
  • Israele: Spigolature ( Il programma comunista, n°20, 1968)
  • Israele: Un grosso affare ( Il programma comunista, n°18, 1969)
  • Incrinature nel blocco delle classi in Israele(Il Programma comunista, n°17, 1971)
  • Curdi palestinesi(Il Programma comunista, n°7, 1975 )
  • Dove va la resistenza palestinese? (I)(Il Programma comunista, n°17, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (II)(Il Programma comunista, n°18, 1977)
  • Dove va la resistenza palestinese? (III)(Il Programma comunista, n°19, 1977)
  • Il lungo calvario della trasformazione dei contadini palestinesi in proletari(Il Programma comunista, n°20-21-22, 1979).
  • In rivolta le indomabili masse sfruttate palestinesi ( E' nuovamente l'ora di Gaza e della Cisgiordania)(Il Programma comunista, n°8, 1982)
  • Cannibalismo dello Stato colonialmercenario di Israele(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Le masse oppresse palestinesi e libanesi sole di fronte ai cannibali dell'ordine borghese internazionale(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • La lotta delle masse oppresse palestinesi e libanesi è anche la nostra lotta- volantino(Il Programma comunista, n°13, 1982)
  • Per lo sbocco proletario e classista della lotta delle masse oppresse palestinesi e di tutto il Medioriente(Il Programma comunista, n°14, 1982)
  • La lotta nazionale dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°12, 1982)
  • Sull'oppressione e la discriminazione dei proletari palestinesi(Il Programma comunista, n°19, 1982)
  • La lotta nazionale delle masse palerstinesi nel quadro del movimento sociale in Medioriente(Il Programma comunista, n°20, 1982)
  • Il ginepraio del Libano e la sorte delle masse palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1984)
  • La questione palestinese al bivio ( Il programma comunista, n°1, 1988)
  • Il nostro messaggio ai proletari palestinesi ( Il programma comunista, n°2, 1989)
  • Una diversa prospettiva per le masse proletarie (Il programma comunista, n°5, 1993)
  • La questione palestinese e il movimento operaio internazionale ( Il programma comunista, n°9, 2000)
  • Gaza, o delle patrie galere (Il programma comunista, n. 2, 2008)
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  • A Gaza, macelleria imperialista contro il proletariato ( Il programma comunista, n°1, 2009)
  • Il nemico dei proletari palestinesi è a Gaza City ( Il programma comunista, n°1, 2013)
  • Per uscire dall’insanguinato vicolo cieco mediorientale (Il programma comunista, n° 5, 2014)
  • Guerre e trafficanti d’armi in Medioriente (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • Gaza: un ennesimo macello insanguina il Medioriente-Volantino (Il programma comunista, n°5, 2014)
  • L’alleanza delle borghesie israeliana e palestinese contro il proletariato (Il programma comunista, n°6, 2014)
  • Israele e Palestina: terrorismo di Stato e disfattismo proletario  ( Il programma comunista, n°3, 2021)
  • A fianco dei proletari e delle proletarie palestinesi! ( Il programma comunista, n°5-6, 2023)
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