DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Oggi gli economisti si domandano se i quattro paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina, più il Sud Africa), dopo uno sviluppo economico, negli ultimi anni, alla grande, non abbiano raggiunto il capolinea della crescita.

Il loro prodotto interno lordo ha smesso di fare balzi da gigante da almeno due anni e i mercati finanziari mondiali non li venerano più come paesi della cuccagna. I segni di rallentamento sono evidenti (i dati che seguono sono stati tratti dall'Espresso del 26 ottobre 2012):

 

  1. ) L'economia della Cina, per la prima volta in 12 anni, crescerà quest'anno a un tasso inferiore all'8%, la soglia ritenuta necessaria per evitare il ristagno economico del Paese. Il Pil cinese aveva raggiunto il 14,2% nel 2007: da allora, complicI il brusco rallentamento delle esportazioni, scarsa domanda (consumo) interna e un malcotento sociale che sfocia in continue proteste, preludio di una ripresa di lotta di classe, tanto nemica della produzione capitalista.

  2. ) L'India (che era passata improvvisamente da tassi di crescita intorno al 5,6% al 10,8% del 2010), con il rallentamento mondiale si è ritrovata a essere lo stesso paese di sempre: alle prese con l'inflazione e con infrastrutture vecchie.

  3. ) Anche per il Brasile la situazione è difficile: l'economia sta crescendo a un tasso del 1,5% – poco, rispetto al 7,5% raggiunto nel 2010.

  4. ) La Russia riesce per il momento a stare a galla grazie A un'economia basata sui profitti derivanti da petrolio e gas; ma, con la spada di Damocle di possibili rallentamenti sulle esportazioni, il futuro non è certo luminoso (negli USA sono stati scoperti immensi giacimenti di gas, che porterebbero gli americani, al secondo posto come produttori mondiali, a diventare autosufficienti in pochi anni, con evidenti ripercussioni sul prezzo mondiale del gas).

  5. ) Infine il Sud Africa, dove la situazione non è così brillante: la crescita economica è al di sotto del 3%, gli stranieri si stanno ritirando dalle miniere con migliaia di operai licenziati, la povertà cresce fra la popolazione nera...

 

Riassumiamo dunque lo stato di salute dei suddetti stati, in termini di crescita del Pil (in %) negli ultimi tre anni:

 

  1. ) Cina: 2010, 14,4; 2011, 9,2; 2012, 8,0.

  2. ) Brasile: 2010, 7,5; 2011, 2,7; 2012, 2,5.

  3. ) Russia: 2010, 4,3; 2011, 4,3; 2012, 4,0.

  4. ) India: 2010, 10,8; 2011, 7,1; 2012, 6,1.

 

Dunque, i BRIC, tanto esaltati dagli economisti come la nuova frontiera per una ripresa economica mondiale, stanno ridimensionando tale speranza. E allora ci risiamo, ribattiamo il nostro chiodo: questa non è una crisi dovuta alla "cattiva finanza" o a una "cattiva gestione" del processo produttivo o, addirittura, a una "cattiva distribuzione" della richezza, tema tanto caro alla "sinistra" opportunista, ma è una crisi strutturale caratterizzata dalla sovrapproduzione di merci e capitali e dalla caduta del saggio medio di profitto.

 

Il Capitale, comunque, non demorde: cerca sempre di esorcizzare il proprio becchino, inventandosi nuovi paesi proiettati verso il rilancio dei consumi e la tanto sospirata ripresa economica. E allora, via all'ottimismo... E che cosa si sta inventando? Le quattro speranze di domani: Messico, Indonesia, Corea del Sud, Turchia. Teniamole d'occhio!

 

  1. ) Messico: 2010, crescita del Pil in %: 5,5; 2011, 3,9; 2012, 3,5. Per l'anno 2013, la crescita è prevista al 4,0.

  2. ) Indonesia: 2010, 6,2; 2011, 6,5; 2012, 6,0. Per l'anno 2013, la crescita è prevista al 6,5.

  3. ) Corea del Sud: 2010, 6,3; 2011, 3,6; 2012, 3,0. Per l'anno 2013, la crescita è prevista al 3,5.

  4. ) Turchia: 2010, 9,2; 2011, 8,5; 2012, 2,9. Per l'anno 2013, la crescita è prevista al 4,0.

 

Che dire? Auguri di buon anno, caro Capitale!

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2013)

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