Sulla questione del PSI

Il CC del PCI

discutendo dell’atteggiamento della IC dinanzi al Congresso socialista;

riconfermando il suo punto di vista contenuto nelle tesi tattiche del secondo congresso del Partito circa il noyautage in partiti politici e le fusioni di altri partiti con le sezioni della IC;

afferma che il PCI è un organismo storicamente definito nella sua organizzazione e nella sua funzione politica fino dalla sua costituzione;

ritiene che nel Partito i nuovi elementi proletari che esso si prefigge di conquistare debbano entrare secondo le regole statutarie normali, e che la scissione del Partito Socialista non giustifichi un procedimento diverso, pericoloso per la compagine organizzativa e l’indirizzo politico del Partito come per la lotta rivoluzionaria del proletariato italiano;

subordinatamente afferma che ogni gruppo politico da ammettere nella Internazionale dovrebbe rispondere per la sua dottrina e la sua attività alle 21 condizioni del Secondo Congresso;

ritiene che la frazione massimalista del PSI, anche se scissa dai collaborazionisti non soddisfa a nessuna di tali condizioni, e che il distacco dai riformisti, dovuto alla loro decisa tattica collaborazionista attuale, è atto politico diversissimo dal distacco, chiesto nel 1920, da tutti coloro che negano il programma rivoluzionario della I. C. e quindi anche dagli eventuali intransigenti parlamentari che siano contro la dittatura proletaria e l’uso della violenza rivoluzionaria;

ritiene che ogni eventuale decisione su fusioni organizzative con altri gruppi spetti unicamente al Congresso Nazionale del Partito, espressamente convocato;

crede che tale congresso dovrebbe essere indetto quando la Internazionale in seguito ai risultati del Congresso Socialista comunicasse al Partito una sua decisione ufficiale in materia, e per ragioni tecniche non prima del IV Congresso Mondiale;

considera di non avere né i poteri né il mandato di trattare la questione con altri organi che non siano il C. E. dell’Internazionale prima di un tale Congresso di Partito;

delibera che il Partito non farà alcun atto o dichiarazione pubblica di dissenso dagli atti pubblici o interni della Internazionale in materia, come è sicuro che l’eventuale suo Congresso non prenderebbe alcuna attitudine contrastante con la disciplina internazionale.

 

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