Riunione Interregionale del Triveneto. La riunione, tenutasi l’1/2/2015, ha affrontato alcuni aspetti del lavoro in cui sono impegnati i compagni nella zona. Un rapporto a più voci sulla situazione locale (lotte economiche, controllo sociale e sindacale) ha riferito dello stato di prostrazione in cui vive la classe e soprattutto il suo isolamento dal partito. La crisi economica che da anni si sta abbattendo sulle condizioni di vita e di lavoro dei proletari non si traduce ancora in risposte capaci di fronteggiare la classe nemica, nemmeno su un terreno di pura autodifesa. Organizzazione, metodi lotta e azioni di lotta sotto le attuali direzioni sindacali nazionaliste e corporative sono inefficaci e controproducenti e portano dirittamente alla resa totale. Ha avuto seguito un breve scambio di informazioni sul “Corso del capitalismo mondiale”, che viene attualmente pubblicato sul giornale: si è riferito dello stato dei lavori, iniziato con approfondimenti teorici sulla “crisi” (n°4, 5, 6, 2013; n°1, 2, 2014, di questo giornale) e proseguito con l’analisi dei dati relativi agli investimenti, al commercio estero e ai flussi internazionali del Capitale(n° 4, 2014; n°1,2015). Il piano futuro di questo impegnativo lavoro prevede altri due articoli (sulla produzione industriale, sulla disoccupazione, sul saggio di profitto e sulla produttività), e un testo di chiusura. Oltre alla distribuzione di materiali per collaborazioni future alla nostra stampa (sugli avvenimenti greci, sulla “questione della produttività” nei testi di Marx, sul programma cinese di riforme con il passaggio dall’alimentazione tradizionale a base di riso a quella a base di patate), la Riunione s’è incentrata sulla lettura e commento dell’articolo “Quella della ‘miseria crescente” è una legge storica”, apparso sul n°1/2015 di questo giornale.

Conferenza pubblica a Milano. Riuscito incontro pubblico organizzato dalla sezione di Milano il 14/2 presso lo Spazio “Ligera”, dal titolo: “Conseguenze sociali della crisi economica e come rispondere”, con la partecipazione, oltre che dei compagni della sezione, di alcuni lettori del giornale, di diversi giovani e di qualche “curioso”. La conferenza ha avuto modo di evidenziare la nostra critica del modo di produzione capitalistico, spiegandone la natura e sottolineandone l’instabilità, e dunque le conseguenze sociali delle crisi economiche e in modo particolare di quella in atto, che con il suo approfondirsi provoca effetti sempre più pesanti sul proletariato, non risparmiando le mezze classi. Particolare attenzione è stata prestata al tema della necessità del Partito e al fatto che i comunisti “non fanno” la rivoluzione, ma guidano il proletariato nel complesso e sempre contraddittorio processo rivoluzionario. Le domande poste da alcuni partecipanti alla fine della relazione hanno permesso di spiegare che cosa pensiamo di Pd, Cgil e Fiom e del loro ruolo di “pompieri sociali” e di strumento dello Stato borghese. Infine, una questione posta da un lettore operaio è stata utile per evidenziare i limiti “piccolo-borghesi” e “ribellistici” del movimento No TAV da una parte e, dall’altra parte, la “potenza del dominio borghese”, con la funzione repressiva dello Stato e dei suoi organi, e lo strumento di mobilitazione ideologica e pratica del richiamo alla “nazione” e all’“unità nazionale”. Visto anche il risultato positivo dell’incontro, la sezione di Milano ha in programma altri tre incontri pubblici nei mesi a venire, di cui comunicheremo date e luoghi nei prossimi numeri di questo giornale, dando poi anche, in questa rubrica, una breve sintesi dei temi toccati.

Piemonte. I compagni piemontesi hanno inaugurato alcune settimane fa il nuovo punto d’incontro a Torino, presso il Circolo Arci CAP di Corso Palestro 3/3bis, con un programma di letture commentate del nostro giornale e di periodici approfondimenti su questioni particolarmente rilevanti (è prevista, nel prossimo futuro, un’analisi storico-politica della situazione in Ucraina; seguiranno altri approfondimenti analoghi): si tratta di un lavoro in parte interno, volto a rafforzare maggiormente il legame fra i militanti, e in parte rivolto all’esterno, con l’obiettivo di chiarire meglio le posizioni del partito a simpatizzanti e lettori. Ristagna invece la situazione sociale generale, ma i compagni sono pronti, come sempre in passato, a partecipare con la nostra stampa e i nostri volantini alle manifestazioni che dovessero aver luogo in città. Ricordiamo che il nostro giornale è presente in due librerie (Comunardi e Stampatori) e in due edicole (piazza Carlo Felice ang. Piazzetta Lagrange e piazza Bernini) a Torino e all’edicola di Corso Botta a Ivrea.

Benevento. Nel suo attacco a Landini, il maggiordomo di Casa Capitale Renzi ci ha spiegato che non è Landini a lasciare il sindacato: è il sindacato a lasciare Landini. Ha poi colto l'occasione per esaltare l'illuminato Padron Marchionne che ha rilanciato la produzione dell'auto: e, a riprova di ciò, ci ha resi edotti delle prime 300 assunzioni a Melfi.

Mentre ci trovavamo alla sede Cgil di Benevento, per dare “Il programma comunista” a chi lo sa apprezzare, si è presentato uno dei lavoratori ultra-precari assunti a Melfi da una società dell'indotto (una cooperativa?). Ha chiesto di avere spiegazioni in merito al contratto, di 16 giorni, firmato qualche giorno dopo la scadenza del periodo contrattuale! Stava lavorando da circa un mese. Quando questo lavoratore ha chiesto spiegazione al referente sindacale in fabbrica, gli è stato risposto di non stare a cercare il pelo nell'uovo... “L'importante è lavorare! si tratta comunque – gli dicevano – di disguidi burocratici”. Siamo intervenuti nella conversazione e abbiamo puntualizzato al lavoratore che le “regole” cambiano a piacimento di padroni e governi… Si tratta piuttosto di lottare. Il lavoratore, un poco confuso e ancor più amareggiato, ha mormorato che ci vorrebbe la rivoluzione. Poi, rassegnato, ha detto di avere dei figli e di aver bisogno di lavorare. Ci ha riferito che era costretto a sgobbare anche per due turni consecutivi (16 ore) e che un suo compagno ha addirittura lavorato su tre turni consecutivi (24 ore !!). “Se otto ore vi sembran poche...”, recitava una vecchia canzone di lotta. Quanto coraggio deve avere un proletario per alzarsi tutte le mattine per andare a lavorare, sperare di continuare a farlo senza essere licenziato e al tempo stesso sognare di non doverlo più fare!

Abbiamo suggerito a questo compagno di sventura di fissare bene tutto nella memoria e di non dimenticare. Ci è venuto anche da dire che, quando i lavoratori dovranno per forza scendere in lotta, a breve, e imboccare poi la via della rivoluzione, una delle prime parole d'ordine sarà: “Ricordate!… E toglietevi le pietruzze dalle scarpe!”

Che cos’altro potevamo fare per questo compagno? Gli abbiamo dato il nostro giornale, raccomandandogli di leggerlo con calma a casa. Non potevamo fare altro, gli abbiamo detto, che comportarci come un vecchio contadino di 90 anni che pianta l'albero, pur sapendo che non sarà lui a coglierne i frutti: ma qualcuno li raccoglierà.

Abbiamo colto in lui un mezzo sorriso, come se avesse in quel momento intuito la soluzione di un difficile esercizio di matematica e... ci ha chiesto di poterci incontrare ancora.

Chissà che l'albero non fiorisca precocemente?... E allora ne coglieremo i frutti.

***

In un rione popolare abbastanza degradato di Benevento, dove mancano assolutamente luoghi di socialità, è attivo il Centro Sociale Asilo Lap31: alcuni anni fa, alcuni giovani che non si rassegnavano a stare davanti ai bar a parlare della squadra di calcio hanno deciso di utilizzare una struttura attigua a un asilo comunale a fini di socializzazione. Per questo, entrano in contrasto con il Comune di Benevento, proprietario dell'immobile. Nel 2010, si giunge a un “protocollo d'intesa” tra i giovani e il Comune: in sintesi, l'intesa prevedeva la gestione e l'utilizzo della struttura per attività sociali, con l'impegno di non mettere in atto modifiche strutturali e di assicurare la corretta manutenzione della struttura. Il Comune riconosceva le finalità sociali, al punto d’impegnarsi a finanziarle in qualche misura.

Il centro sociale fornisce l'opportunità di attività culturali: presentazione libri, dibattiti su temi socioculturali, ecc.; in particolare, molto apprezzata dal quartiere è l'attività di doposcuola gratuito, in un contesto in cui è impossibile il supporto a molti bambini e ragazzi.

L’Asilo Lap31 è poi molto attivo nell'intervenire su tutte le tematiche in cui il disagio economico e sociale si tocca con mano: è in prima linea nel sostenere le lotte dei disoccupati, fornisce il supporto pratico-organizzativo al “Comitato di lotta per la casa”, hanno sostenuto il “Comitato di lotta per migliori condizioni di vita e di lavoro”...

Quest’attività non raccoglie – è ovvio! – il plauso degli amministratori locali, né di molta parte dei partiti e sindacati.

E, a questo punto, il Comune presenta il conto: 60.000 euro di indennità arretrate (fitti?), quantificabili in circa 1250 euro mensili, per occupazione abusiva.

Il Centro sociale ha quindi dovuto decidere di agire su due fronti. Quello legale dovrebbe risolvere agevolmente la questione (ma si sa come possono andare le leggi: la favola del lupo e dell'agnello insegna e non è quindi prudente ridurre tutto all'azione legale...). C'è poi il piano della lotta pratica che è politica: noi non ci limitiamo a esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno al Centro sociale Asilo Lap3, ma indichiamo ai partecipanti alla vita del Centro la necessità urgente di stringere più stretti rapporti con gli abitanti del rione, e soprattutto con i lavoratori e con i disoccupati.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista)

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