A metà aprile, mentre i loro fratelli morivano nel crollo della fabbrica di Dacca, alcune decine di braccianti immigrati dal Bangladesh e impiegati nella raccolta delle fragole nei fertili campi di Neo Manolada, fuori Vouprasia, vicino a Patrasso, in una Grecia martoriata dalla crisi, si riuniscono per andare a reclamare dal padrone il pagamento di sei mesi di stipendi arretrati: sono per lo più immigrati clandestini, vivono in baraccopoli ai margini dei villaggi e per lunghe ore si spaccano la schiena nei campi. Ma a sbarrargli il passo compaiono tre sorveglianti, inviati dal padrone e armati di fucile, che subito aprono il fuoco. I feriti, alcuni gravi, sono trenta.

Un'ondata di solidarietà attraversa il paese: le fragole restano sui banchi dei negozi e dei supermercati. Ma ci vuole ben altro. Ci vuole l'organizzazione dei proletari sui luoghi di lavoro, per difendersi dagli attacchi. Ci vuole la ripresa delle lotte, per imporre e non solo per chiedere. Ci vuole la rinascita del partito rivoluzionario, per coordinare le lotte, guidarle oltre i limiti rivendicativi o difensivi e indirizzarle verso l'abbattimento di questo schifoso modo di produzione.

Tutto il mondo è Capitale. Proletari di tutto il mondo, unitevi! 

 

Partito Comunista Internazionale

(il programma comunista n°04 - 2013) 

 

 

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