Le manganellate con cui, a fine ottobre, la polizia ha accolto i proletari in lotta davanti all'IKEA di Piacenza devono far riflettere su alcune cose: innanzitutto, sulla determinazione con cui questi lavoratori della logistica – un settore ultra-sfruttato di proletari puri, provenienti da tutte le parti del mondo, senza riserve né “garanzie”, non frenati da preoccupazioni di compatibilità o regole democratiche – si sono battuti e si stanno battendo, organizzati dal S.I. Cobas, per difendersi dal quotidiano attacco del capitale; poi, sull'inevitabile repressione che i cani da guardia del capitale scatenano contro le lotte dei lavoratori, quando non seguono il copione suicida dettato da partiti e sindacati obbedienti alle necessità superiori dei padroni e dell'economia nazionale; quindi, sulla necessità di organizzare, estendere, centralizzare queste lotte, creando intorno a esse un reale cordone di solidarietà (“Un attacco a uno è un attacco a tutti!”), nella consapevolezza che la strada (della lotta e della solidarietà di classe) va imboccata e percorsa, se non si vuol morire come bestie da macello; e infine sull'urgenza di far rinascere organismi territoriali di difesa delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari, aperti a tutti, indipendentemente dall'età, dal sesso, dalla categoria, dalla nazionalità, dalla collocazione lavorativa (o, più spesso, non lavorativa).

Noi riconosciamo in questi proletari generosi e coraggiosi le avanguardie di una ripresa classista che ancora tarda a dispiegarsi, ma di cui questi episodi ricorrenti sono i primi, fievoli ma importanti, segnali, e li additiamo ad esempio a tutti i lavoratori decisi a impedire che il rullo compressore del capitale passi sui loro corpi.

 Partito comunista internazionale (il programma comunista)

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