Incontro pubblico: 16/06/2018, 17h • K9 (cortile interno), Kinzigstrasse 9, 10247 Berlin-Friedrichshain

Nella Repubblica Federale Tedesca post-fascista, con i suoi ex nazisti, la persecuzione dei comunisti, il Partito Socialdemocratico (SPD) e il suo “programma di Bad Godesberg” e con la distruzione di quasi tutta la continuità rivoluzionaria da parte di stalinisti, fascisti e democratici, Johannes Agnoli fu colui che, 50 anni fa, con la sua analisi della democrazia interna alle associazioni e dell'istituzionalizzazione dei conflitti sociali, diede l'impulso teorico per la critica allo Stato dell'opposizione extraparlamentare (APO).

Il pluralismo alternativo con il quale l'APO voleva confrontarsi con il “sistema” portò, in un contesto di totale dominio dell'economia capitalista, dell'ideologia borghese, ed infine di forme di partecipazione politica prestabilite (il riformismo, la logica del “male minore” e l'ideologia dell'antifascismo democratico), all’integrazione nel sistema e all'ammodernamento politico-culturale della Repubblica federale tedesca.

Ancora oggi, a 50 anni di distanza dal 1968, le tesi di Agnoli godono di grande popolarità nell'ambito della “sinistra”. Ma anche oggi si ripresenta un problema centrale del '68, sul quale vogliamo confrontarci: il fatto che, da una parte, le posizioni critiche nei confronti di Stato, democrazia e parlamentarismo vengono sostenute in modo astratto, mentre nella pratica molti sostenitori/sostenitrici si comportano in modo opposto e di fatto diventano sostenitori dello Stato, della nazione e del capitale. In questo modo, alla luce di un ipotetico pericolo fascista, i “sinistri” fanno fronti popolari con le forze borghesi fino addirittura all´aperto sostegno elettorale (per esempio, SYRIZA in Grecia, Podemos in Spagna, Potere al Popolo in Italia, e il partito “die Linke” fino ad arrivare all'SPD in Germania).

Piuttosto che “rimanere indietro rispetto ad Agnoli ” o “limitarsi a superarlo”, criticare da sinistra lo Stato significa, sia in teoria che in pratica, criticare fin dalle fondamenta i rapporti sociali: partendo dalla realtà di una società classista, dalla condizione di crisi insita nel capitalismo, dagli attacchi giornalieri alle nostre condizioni di vita e di lavoro, e dal crescente pericolo di guerra mondiale, fino a sfatare i miti borghesi di “principio democratico”, “antifascismo democratico”, “democrazia parlamentare”, “legalismo”, “separazione dei poteri”, “libertà di stampa”, “liberalismo”, ecc., e così arrivare alla preparazione della lotta di classe proletaria aperta contro tutte le istituzioni borghesi e statali. Queste sono le posizioni classiche del Marxismo, alle quali la Sinistra Comunista, nei suoi quasi 100 anni di battaglia teorica e pratica, si riallaccia.

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