DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

“La storia di ogni società sinora esistita è storia di lotta di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressi e oppressori […]. L'epoca nostra, l'epoca della borghesia, si distingue tuttavia perchè ha semplificato i contrasti fra le classi. La società intera si va sempre più scindendo in due grandi campi nemici, in due grandi classi direttamente opposte l'una all'altra: borghesia e proletariato” (Manifesto del Partito Comunista, Cap. “Borghesi e proletari”).

“Orrore... orrore!”, strillano gli “innovatori” del marxismo. “Marx ha cannato clamorosamente! la società moderna ha cancellato la classe operaia, l’ha inserita nel ceto medio”. E continuano: “Questa previsione storica dimostra che il materialismo-dialettico è ormai una chiave di lettura vecchia e superata. Siamo tutti lavoratori, un grande ceto produttivo: noi operai specializzati, noi primari, noi avvocati, noi allenatori di pallone, noi professionisti dello sport, noi manager di multinazionali, noi jazzisti”. Noi, noi, noi...

Cari “opportunisti” (= intellettuali perdi-giorno), difensori e appartenenti al “noi, noi, noi”, diamoci una calmata! Noi, noi, noi... un momento! Ragioniamo: se guardiamo più da vicino questo ceto medio, la sua composizione in termini di… “classe misto-mare”, salta agli occhi una cosa rilevante, molto rilevante: che una buona parte, anzi, diciamo pure la maggioranza, non controlla né possiede ciò che conta, i mezzi di produzione, e non produce ciò che conta di più, il plus-valore. Anzi, ne succhia una parte che consente a voi, “noi, noi, noi”, di vivere.

Dunque, il ceto medio è spaccato al suo interno e la crisi economica (la “vecchia talpa”, che non ha mai perso la rotta rivoluzionaria), alimenta sempre più questa separazione tra produttori di plus-valore e “succhia- ruote”.

Cari “opportunisti”, voi lo sapete bene (e vi tremano le chiappe!) che questo divorzio marca sempre più il confine tra i produttori di plus valore (il proletariato), che storicamente sono costretti a compiere il proprio percorso storico verso una società senza classi, e i “noi, noi, noi” che inesorabilmente la “vecchia talpa” proletarizza sempre più, facendoli scivolare all'ingiù. E’ un piano inclinato: nella parte alta, ci sta il capitale, proprietario dei mezzi di produzione e, nella parte bassa, con la bocca aperta, il proletariato, fornitore di plus-valore... E i “noi, noi, noi”? In mezzo: scivolano continuamente verso il basso, ma s’illudono di poter vivere di briciole.

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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