DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Non smettono mai di stupire, i gonfaloni di paese, le parrocchie e i campanili: insomma, le piccole patrie. Ogni piccola provincia affonda le radici – dicono – sul “giusto” terreno, e da quelle crescono e s’innalzano il tronco, i rami, il fogliame. Dal cilindro, poi, per magia, spuntano i coniglietti bianchi e le colombe tanto adorati: la lingua, la cultura, la religione, la psicologia… Come cittadinanza di sangue (ius sanguinis) o come atto di nascita nel territorio avito (ius soli)? Spunta da un fondo paludoso una sorta di mucillagine che si chiama “nazionalità”. L’ideologia borghese, che ha appena due secoli, fonda il proprio stato di diritto (cioè la propria forza) sulla macellazione dei vicini non dotati di quegli stessi diritti.

Prodotti all’incirca dallo stesso stampo, spuntano come funghi gli individui catalani e gli spagnoli. Vivono all’incirca sullo stesso terreno e qui pensano, parlano e scrivono… purtroppo. Lavorano e quindi si alimentano per vivere. Alcuni, facendo lavorare gli altri, si nutrono meglio degli altri e dominano sugli altri. Presto, si scoprono, per minute sfumature di colore, diversi per genere, per età e per le solenni scemenze che amano esibire in forma bilingue. Dalla base della piramide sociale fino al vertice, si arrampica la loro stupidità. In basso, i senza riserve, i lavoratori, e più su le classi medie; più in alto ancora, gli avvoltoi di più elevato lignaggio, non senza aver cozzato tra loro per arrivare primi... Dunque, di che soffrono i catalani? Vogliono godersi per intero il bottino, lo sfruttamento di classe? Da un lato, qualche imbecille inventa “un popolo oppresso contro uno Stato dominante”, e dunque “Avanti, per l’autodeterminazione del popolo oppresso catalano!”. In questo frangente, l’uno chiama l’altro fascista e l’altro gli fa eco; l’uno porta l’altare della democrazia a spasso per Barcellona e l’altro, di contro, per le vie di Madrid trascina il tabernacolo di quella stessa democrazia, in nome della quale viene sgozzato il proletariato. “Nazionalismo contro internazionalismo”? Imbecilli organici! Nazionalismo da entrambi i lati! “Indipendentismo contro nazionalismo”? Stati macellai da due lati, e nient’altro!

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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