DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

È sempre utile ricordare, contro le falsificazioni storiche e contro i belati pacifisti in qual modo il PCdI nel 1922 tentò di opporsi, con il suo apparato militare, con le sue organizzazioni illegali e soprattutto con la assoluta dedizione al comunismo da parte della maggioranza dei suoi membri, alla violenza delle squadre fasciste e delle truppe regie: opponendo forza alla forza, organizzazione ferrea allo strapotere avversario. Le disposizioni date al Partito dal C.E. non potevano bastare a fermare il corso storico (poco più di due settimane dopo si svolgerà la marcia su Roma) ma sono oggi più che mai utili per valutare le norme per la tutela dell’organizzazione e dei singoli.

 

Partito Comunista d’Italia

Comunicato del Comitato Esecutivo

 

Per la lotta contro l’offensiva fascista

 

La intensità delle azioni fasciste in tutto il paese è andata aumentando ed indirizzandosi con maggiore precisione contro le forze del Partito Comunista.

La nostra organizzazione è già largamente preparata a resistere e a lottare anche nelle condizioni più avverse, e per via interna vengono continuamente diramate le opportune istruzioni agli organi locali, nonché assicurato il diretto intervento degli organi centrali del Partito, per l’azione di difesa del nostro movimento e per la risposta ai colpi che vengono portati contro di esso con mezzi analoghi a quelli dell’avversario e con tutti quelli che risultano opportuni e possibili.

Mentre la Centrale provvede con tutte le risorse di cui dispone a questo lavoro, crede anche opportuno dare pubblicamente alcune disposizioni, con il presente comunicato a cui tutti gli organi del Partito devono dare la massima diffusione sia interna che pubblica.

I compagni che sono a capo localmente degli organismi di Partito, nello scatenarsi delle operazioni reazionarie, hanno il dovere di assicurare, a costo di qualunque sacrificio, i collegamenti interni della organizzazione di Partito in tutte le branche, e salvo casi di forza maggiore, di non abbandonare i loro posti prima di opportune consegne ad altri compagni debitamente autorizzati a riceverle. Mentre a questo scopo essi devono affrontare qualunque rischio, non sono tenuti a farlo per ragioni di esibizionismo delle loro persone o della loro attività non connesse alle precise esigenze tecniche su dette.

Nelle zone in cui l’offensiva reazionaria non è ancora giunta e nelle pause di questa ogni sforzo deve essere dedicato alla applicazione delle misure necessarie, secondo le istruzioni già note e ripetutamente ricordate, per assicurare un funzionamento illegale ed una capacità controffensiva della nostra organizzazione, rivolgendosi agli organi centrali ove occorrano aiuti eccezionali di uomini e mezzi, ma tenendo presente che il Partito di norma deve provvedere a questo con le forze locali essendo limitate le disponibilità degli organi centrali.

I compagni che vengono, secondo il procedimento ormai ordinario, catturati dei fascisti, sono invitati a firmare o estendere, senza nessuna esitazione, qualunque dichiarazione che venga loro chiesta, senza riguardo della assurdità e stupidità del contenuto1. Nello stesso tempo essi si devono astenere da ogni forma di contraddittorio, polemica, discussione, contrattazione con il loro catturatori. In seguito essi, nella loro azione, si uniformeranno solo ed esclusivamente alle disposizioni degli organi di Partito, qualunque cosa abbiano firmato.

Avviene che taluni abbonati e rivenditori di giornali comunisti per tema di rappresaglie respingano i giornali. Si avverte e si dispone alle amministrazioni della nostra stampa che in questi casi l’invio dei giornali continuerà senz’altro, lasciandone ricadere le conseguenze su chi avrà lasciato livragare (opprimere violentemene, ndr) un suo elementare diritto, dando prova così di scarsa coscienza e coraggio. I buoni compagni intensificando l’opera propria, saneranno il “deficit” che da un tale provvedimento verrà alla stampa del Partito.

Sono aboliti tutti i vessilli delle organizzazioni legali di Partito (sezioni e circoli giovanili). Potranno avere vessilli, di tipo adatto, sono le formazioni del nostro inquadramento militare, che dovranno in ogni caso difenderli con mezzi militari dal cadere nelle mani degli avversari.

A parte le ordinarie misure disciplinari possibili, si avverte che ogni dichiarazione ufficiale che organizzazioni di Partito sono disciolte, può solamente significare che le organizzazioni in questione seguitano a funzionare in modo illegale.

Il comunista, 10 ottobre 1922

1 Si intende che questo invito, che a prima vista può sembrare assurdo, si riferiva al contegno da tenere di fronte ai manipoli fascisti che imperversavano nelle città e nelle campagne, ed era suggerito al fine di risparmiare le solite bastonate. Di fronte alla magistratura o alla polizia di Stato l’atteggiamento sarebbe stato ben diverso, come avrebbe sottolineato Amadeo Bordiga nel corso del suo interrogatorio nell’ottobre 1923: “In certe situazioni, per necessità tecnica di ordine difensivo, noi siamo costretti a negare anche fatti veri per impedire che altri nostri compagni possano essere arrestati […] i comunisti sono costretti a negare fatti veri non per sottrarsi a responsabilità, non per sottrarsi a sanzioni, ma per non fornire altri mezzi ai nostri avversari”.

 

Partito Comunista Internazionale 

 

(il programma comunista n°06 - 2013)
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