DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Quando si tratta di reprimere le lotte proletarie, la classe al potere, la borghesia, non esita a far ricorso a tutta la propria plurisecolare esperienza di dominio. Si ricorda delle leggi che colpivano le prime associazioni operaie agli inizi dell'800 in Francia e Inghilterra (magari con qualche pizzico di legislazione “contro i poveri” e “contro i vagabondi”), delle “leggi contro i socialisti” della Germania bismarckiana nella seconda metà dell'800, delle misure “liberticide” adottate ai primi del '900 dal “faro della libertà” (gli Stati Uniti) contro la “libertà di stampa, di riunione, di espressione del pensiero”, del fascista Codice Rocco con tutte le sue successive estensioni e modulazioni democratiche: e mescola il tutto nel calderone delle odierne “leggi contro il terrorismo” e “contro la violenza negli stadi” (naturalmente, ci limitiamo qui agli “aspetti legali” della questione: non parliamo delle stragi, degli omicidi, della violenza aperta, che hanno sempre accompagnato la “legalità borghese”).

Un esempio per il momento circoscritto, ma indicativo, di questa “memoria storica” della classe dominante si è avuto a metà marzo, quando la questura di Piacenza ha emanato un provvedimento restrittivo (foglio di via per i prossimi tre anni) nei confronti di uno degli organizzatori sindacali che da tempo conducono un’intensa attività tra i lavoratori della logistica, nella grande maggioranza proletari immigrati, con lotte vigorose e tuttora in corso (ne abbiamo dato conto più volte sulla nostra stampa, anche sulla base dell'esperienza diretta di alcuni nostri compagni).

Noi manifestiamo tutta la nostra solidarietà all'organizzatore sindacale (il cui nome e cognome non c'interessa qui ricordare, perché a esser colpiti con lui, in prospettiva, sono tutti i proletari che scendono in lotta) e, anche da questo episodio, traiamo materia per intensificare la nostra agitazione per una reale ed estesa organizzazione proletaria in difesa delle condizioni di vita e di lavoro – punto di partenza per battaglie ben più vaste e profonde, che dovranno porsi l'obiettivo di cancellare la classe al potere. E con essa la sua “memoria storica”.

 

Ultim’ora: La repressione s’è allargata. I fogli di via sono diventati tre.

 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°03 - 2013)

 

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