DISTINGUE IL NOSTRO PARTITO: La linea da Marx a Lenin alla fondazione dell’Internazionale comunista e del Partito Comunista d’Italia; alla lotta della sinistra comunista contro la degenerazione dell’Internazionale; contro la teoria del socialismo in un Paese solo e la controrivoluzione stalinista; al rifiuto dei fronti popolari e dei blocchi partigiani e nazionali; la dura opera del restauro della dottrina e dell’organo rivoluzionario a contatto con la classe operaia, fuori dal politicantismo personale ed elettoralesco.

Da materialisti, sappiamo bene che la nostra lotta si estenderà su un arco di tempo molto lungo. E che, probabilmente, pochi di noi che oggi lavorano per la rivoluzione proletaria vedranno realizzati gli obiettivi storici della classe operaia. Ma il comunismo è anche un “sogno-bisogno” e a esso non vogliamo e non possiamo rinunciare: sia come prospettiva (altrimenti, che ci staremmo a fare?) sia come anticipazione, in forma certo parziale e limitata, dei rapporti di umanità e limpidezza che legano i compagni – quella modalità nelle relazioni umane che caratterizzerà la società senza mercato e senza classi.

A fine anno, abbiamo pianto la morte di un compagno che è stato un esempio di quell’attitudine sincera e solidale che, pur nelle miserie del mondo presente, unisce i militanti del nostro Partito nella lotta per il comunismo. Il compagno Maurizio Pomarico, della sezione di Roma, se n’è andato all'età di 73 anni, sconfitto da antichi problemi di salute, dopo aver lottato per tutta la vita con tenacia e generosità, consapevole, come amava spesso ripetere, che almeno nel suo caso il risultato della lotta sarebbe consistito “soltanto” nel consegnare alle generazioni future il testimone. Nato a Ostia da una famiglia proletaria, presto orfano di madre, aveva conosciuto le asprezze prima dell'orfanotrofio e poi, ammalatosi di tubercolosi renale, del sanatorio (un'operazione, l'ultima di una lunga serie, lo lascerà menomato e sofferente per il resto della vita). E in sanatorio Maurizio si era avvicinato alle tematiche della lotta di classe, cercando inizialmente uno sbocco in quel partito sedicente comunista che per molti decenni ha illuso e tradito i lavoratori. Disgustato del riformismo, lasciato il "partitone" insieme ad altri futuri compagni, nella seconda metà degli anni '60 aveva infine trovato nel nostro Partito il suo punto di riferimento politico.

Per tutti gli anni '70, Maurizio visse la militanza all'interno della sezione romana con grande entusiasmo: a contatto con compagni più anziani e più preparati, si formò teoricamente, pur nella difficoltà di assimilare testi difficili per chi, al pari di tanti proletari, aveva ricevuto un'istruzione sommaria, appena sopra un livello minimo di alfabetizzazione. Ma, giunto al marxismo rivoluzionario prima con il cuore e poi con la testa, questa relativa “deprivazione culturale” non gli fu d’ostacolo, a ennesima conferma che la “cultura” espressa da una società di classe non può essere, in sé, uno strumento utile per la comprensione della scienza rivoluzionaria marxista. Prima attraverso la trasmissione orale e poi con un ostinato lavoro di studio individuale e collettivo, questo militante sincero e determinato seppe “imparare” il marxismo, per spiegarlo in seguito a gente molto più istruita di lui: in quel caso, era lui la fonte di una saggezza non erudita, mentre i “professorini” erano i suoi discepoli politici.

Dopo la grave crisi dei primi anni ’80 che minacciò di dissolvere il nostro Partito, non appena la sezione romana cominciò a riorganizzarsi, Maurizio si mise a disposizione e negli ultimi vent'anni è stato un compagno assiduo e motivato, sorretto da una straordinaria forza di volontà, unendo attività teorica e attività pratica in maniera sapiente, non atteggiandosi mai a intellettuale per le conoscenze acquisite a fatica e conservando sempre quella freschezza che contraddistingue chi non sia contaminato dal rancido culturame borghese – un proletario che spiegava agli altri proletari come anche solo la lotta quotidiana di resistenza al capitale possa dare risultati a condizione che sia presente e operante lo strumento direttivo e organizzativo del partito rivoluzionario.

La morte ci ha sottratto il calore umano e le energie di un compagno esemplare. Ma, da materialisti, sappiamo che qualcosa resta comunque di lui: non soltanto nel ricordo di chi lo ha conosciuto, ma negli effetti a lunga distanza del suo tenace operare come militante anonimo per il comunismo. 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°01 - 2013)

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