(Il Comunista, 31 maggio 1922)
I comunisti e l’“Alleanza del Lavoro”
Si richiamano tutti i compagni alla stretta osservanza delle direttive del Partito circa l’Alleanza del Lavoro, contenuto nei noti comunicati e soprattutto nel manifesto del 12 marzo, e riassunto nel noto ordine del giorno più volte pubblicato.
In conformità delle stesse decisioni di tutti gli organismi che hanno costituita l’Alleanza, e dei comunicati ufficialmente diramati per essa dalla segreteria tenuta dal Sindacato ferrovieri, l’Alleanza del Lavoro si costituisce sia nazionalmente che localmente tra i soli organi sindacali, e solo questi sono rappresentati nei suoi Comitati sia centrale che locali.
I comunisti non devono dunque né chiedere né accettare di partecipare come delegati del Partito a riunioni di Comitati e di Convegni dell’Alleanza.
Vi devono invece partecipare i delegati degli organismi sindacali diretti da comunisti, che sono anche tenuti a prendere l’iniziativa della costituzione dell’Alleanza, ove questa non sia avvenuta ancora.
Ai comizi dell’Alleanza devono partecipare tutti i comunisti e le loro forze, ed ove non sia possibile che parlino compagni, delegati da organi sindacali, in ogni caso qualche comunista dovrà chiedere la parola.
Nei Comitati, nei Convegni, nei comizi, i nostri compagni devono sempre, e senza alcuna eccezione motivata da pretesi motivi di opportunità, presentare il suddetto ordine del giorno del Partito, che fissa le nostre direttive circa lo sciopero, i mezzi e la organizzazione dell’Alleanza del Lavoro.
Queste disposizioni sono impegnative per tutti i compagni, ed è superfluo avvertire che si procederà, in via disciplinare, contro quei compagni che non le osservassero. Nessun nuovo fatto o situazione può modificarlo, ma solamente eventuali nuove ufficiali comunicazioni della Centrale del Partito.
A cura degli organi del Partito si dia al presente comunicato la massima diffusione.
Il Comitato Esecutivo