Sul n.1 di questo giornale, abbiamo dato conto di due lotte in corso, a Carpiano (Melegnano) e a Pioltello (Milano), fra i lavoratori (provenienti da ogni parte del mondo) assunti da cooperative nell’ampio e famigerato settore della logistica, dove imperano condizioni di lavoro bestiali e lo strapotere di capi e capetti ha finora avuto mano libera nel ricattarli. Ma le situazioni in fermento sono molte di più e si scontrano spesso, non solo con il padronato, i suoi sgherri e la sbirraglia diffusa, ma anche con un muro di silenzio da parte dei media. E’ importante dunque che si sappia che i lavoratori non accettano a capo chino queste dure condizioni di lavoro, ma – a fatica, nell’isolamento e a volte nell’indifferenza – reagiscono e si organizzano.

A fine gennaio 2012, c’informa un bollettino del S.I. Cobas (attivo in questo settore), erano aperte le seguenti agitazioni (scriviamo a metà febbraio e quindi alcune situazioni possono essere mutate nel frattempo):

- Stef Italia di Tavazzano (Lodi).Scioperi spontanei con picchetti di parecchie ore e blocco dei camion fin sulla via Emilia, dopo un cambio d'appalto fra cooperative. La cooperativa Quick Trade s’impegna a passare dal contratto dell'UNCI (che è una forma molto arretrata di contratto, che lascia la porta aperta a pagamenti in nero) a quello della Logistica e trasporti (siglato da CGIL-CISL-UIL). Ma le cose non cambiano molto: l'inquadramento previsto è al livello 6° Jr (un sottolivello inventato col CCNL del 2011 che garantisce 5,10€ all'ora e un blocco di del salario per due anni); inoltre, la Quick trade introduce, all'atto della nuova assunzione, un mese di prova. Nonostante i tentativi di recuperare la situazione da parte di management e cooperativa, i lavoratori scendono in lotta (con grande irritazione dei sindacati di regime), rivendicando l'inquadramento al 6° livello pieno con passaggio al 5° entro 4 mesi, insieme alla rivisitazione dell'intero meccanismo degli incentivi, delle indennità e dei carichi di lavoro, gli operai decidono di rimuovere il blocco.

- DHL di S. Giuliano (Milano). Qui, la cooperativa è la Gesco, che cerca in tutti i modi di contenere la sindacalizzazione degli operai, per lo più marocchini. Lo hub DHL di S. Giuliano sta per essere trasferito a Carpiano, dove nel frattempo sono in corso lavori di ristrutturazione (e di lì sono stati momentaneamente trasferiti una sessantina di operai proprio a S. Giuliano per consentire quei lavori – così, contro la volontà del management, s’è rafforzato il legame fisico fra i lavoratori). Anche qui, ricatti, provocazioni, rimpalli di responsabilità fra direzione e cooperativa – che però si scontrano con la decisa volontà di lotta dei proletari e la solidarietà istintiva che nasce in queste situazioni fra chi davvero non ha nulla da perdere.

- Il Gigante di Basiano (Milano). La vertenza riguarda una delle cooperative impegnate nel sito logistico di Basiano, di proprietà della catena della grande distribuzione "Il Gigante": una trentina di operai, di cui 15 della Cooperativa Bergamasca provenienti da un precedente appalto che “Il Gigante” aveva col consorzio Alma, lo stesso presente all'Esselunga di Pioltello. L'intenzione di abbandonare la CISL e di entrare nel SI.Cobas si era manifestata immediatamente e si è concretizzata due mesi dopo, all'improvviso, probabilmente frutto di una valutazione in proprio della serietà del percorso sindacale e politico intrapreso. Il gruppo di operai (tutti pakistani) ha lasciato la CISL in massa per aderire al S.I. Cobas, presentendosi poi sempre compatto tanto alla manifestazione di Pioltello quanto ai picchetti dell'Esselunga e ottenendo in sede il riconoscimento sindacale, oltre che alcune minime, ma importanti per una categoria così sfruttata, concessioni salariali.

- Ceva di Cortemaggiore (Piacenza). Qui, a fine gennaio, i sindacati vengono convocati e informati del crollo della movimentazione presso il magazzino in questione e della necessità di dichiarare 18 esuberi su 43 dipendenti. La decisione-proposta del consorzio CAL è quella di prolungare per questi 18 operai la CIG già adottata fra settembre e dicembre in attesa di una ricollocazione non si sa bene dove. La situazione è fluida, ma troppi dubbi gravano sulla vicenda: per esempio, a Somaglia, non molto distante, la committente possiede un grande magazzino dove si fanno anche gli straordinari...  Per ora non ci sono “liste nere” per i 18 esuberi, ma in ogni caso è legittimo prevedere un riaccendersi a breve delle ostilità sindacali a Cortemaggiore.

- TNT di Piacenza. Qui, dove già a luglio s’era verificato uno scontro, si sta aprendo un’altra vertenza, che riguarda in particolar modo l'applicazione dell'indennità sostitutiva mensa, il completamento dei passaggi a full-time e la conversione a tempo determinato delle situazioni precarie ancora esistenti nel sito piacentino. Mentre si irrobustisce e allarga la sindacalizzazione di questi lavoratori, con contatti con altre realtà di lotta, fondamentale potrebbe risultare l'unità d'azione con i lavoratori di S. Giuliano, visto che la cooperativa è la medesima e le piattaforme convergono, specie sulla questione dell'indennità-mensa.

- SDA di Carpiano (Milano). Come abbiamo ricordato nel numero scorso di questo giornale, qui si è verificata una vittoria-lampo, per quanto parziale – parziale perché gli obiettivi economici raggiunti erano tali (80€ all'ora di aumento ed uno scatto di anzianità, a fronte di un orario di lavoro rimasto discrezionale e di un corretto livello di inquadramento ancora da ottenere), ma anche perché, nella quotidianità, specie nel consorzio UCSA, si continuano a verificare abusi e atti di autoritarismo inaccettabili. Ciò vuol dire che è possibile che la conflittualità torni a farsi sentire, anche in vista degli incontri con le cooperative, fissati per marzo, in cui affrontare e risolvere i problemi ancora aperti.

Come si vede anche da questi pochi esempi, esistono realtà di lotta diffuse sul territorio, che coinvolgono soprattutto proletari immigrati e che ricevono pochissima attenzione da parte dei media, dei sindacati ufficiali, dei partiti istituzionali (sì sa, questo non è un serbatoio di voti!...). Ma che testimoniano il coraggio, la determinazione, il senso di solidarietà, propri di questi proletari puri: che non hanno niente da perdere se non le loro catene.

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2012)

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