Lo schiavo è venduto una volta per sempre; il proletario deve vendere se stesso giorno per giorno, ora per ora. Il singolo schiavo, proprietà di un solo padrone, ha l'esistenza - per miserabile che possa essere - assicurata già dall'interesse di questo padrone; il singolo proletario, che è proprietà per così dire dell'intera classe dei borghesi e il cui lavoro viene acquistato solo se qualcuno ne ha bisogno, non ha l'esistenza assicurata. Questa esistenza è assicurata soltanto alla classe dei proletari nel suo insieme. Lo schiavo si trova al di fuori della concorrenza, il proletario si trova nel suo mezzo e ne risente tutte le oscillazioni. Lo schiavo è considerato un oggetto, non membro della società borghese; il proletario è riconosciuto come persona, come membro della società borghese. Lo schiavo può quindi avere un'esistenza migliore del proletario, ma il proletario appartiene a uno stadio di sviluppo superiore della società, e si trova egli stesso su di un grado superiore a quello dello schiavo. Lo schiavo si emancipa abolendo fra tutti i rapporti di proprietà privata solo il rapporto della schiavitù e divenendo solo in tal maniera egli stesso proletario; il proletario si può emancipare solo abolendo la proprietà privata in genere.

Friedrich Engels - Principi del comunismo (1847)

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