Oltre alle dimostrazioni dei gilet gialli, lo sciopero generale è caduto in un momento di forti mobilitazioni. Fin dall’inizio dell’anno, il Belgio conosce « i giovedì per il clima » : ogni giovedì, i giovani delle scuole tecniche, professionali e dei licei lasciano le aule e preferiscono manifestare e mobilitarsi. C’è stata dunque una manifestazione a Bruxelles che ha visto più di 70mila dimostranti, la più grossa manifestazione mai vista in Belgio su questioni ambientaliste. L’interesse mediatico e l’appello lanciato dalla giovane svedese Greta Thunberg al movimento di sciopero in Australia « Strike for Climate » hanno suscitato il lancio di una piattaforma « I giovani per il clima », con l’idea di fare delle manifestazioni settimanali, da tenersi fino alle elezioni federali di maggio. Sulle lunghezze d’onda della radio La Première, il giovane Piero Amand, 18 anni, ha sottolineato : « Non servono cerotti per una gamba di legno, come spesso si fa oggi, e nemmeno delle piccole misure : c’è bisogno d’un vero cambiamento in profondità delle nostre società e anche un cambiamento economico, perché la maggior parte dei politici e dei governi oggi, soprattutto quelli favorevoli a un liberalismo a ogni costo, a che la crescita sia l’obiettivo numero uno… La crescita, la crescita, sempre la crescita, la competitività, la concorrenza, ecc. E queste sono regole che valevano quando si dovevano produrre ricchezze, quando si trattava di migliorare le condizioni di vita della gente, e tutto ciò appartiene al secolo scorso, ma oggi sappiamo che la crescita produce disastri ecologici ». Come si vede, molta confusione, insieme all’urgenza percepita. Comunque, una prima manifestazione ha così raccolto 3000 giovani. La settimana dopo, i manifestanti erano diventati 12.500, quella ancora successiva 42.000 . Tutte le grandi città hanno conosciuto raduni importanti.

E’ dall’autunno 1994 che non si sono visti movimenti studenteschi di grande ampiezza : allora la collera s’indirizzava contro un decreto che implicava la fusione di numerose scuole superiori non-universitarie. Poi ci sono stati gli « scioperi » nei licei degli anni ’80 contro il prolungamento della durata del servizio militare o di quello del periodo d’attesa per i giovani per ottenere un sussidio di disoccupazione.

I due episodi, lo sciopero generale e la discesa in piazza dei giovani per il clima, mostrano come sicuramente la crisi preme sulla società belga. Ma le due risposte, prive come sono di una qualunque critica del sistema vigente e di una qualunque prospettiva classista, sono del tutto insufficienti. Non solo : hanno l’effetto di sviare interi settori della società da una prospettiva realmente antagonista, che individui nel modo di produzione capitalistico la vera origine dei mali sociali e ambientali.

Dunque, la necessità del partito rivoluzionario si fa sentire con sempre maggior forza !

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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