Incontro pubblico a Vienna. « Salvare la democrazia antifascista o sottoporre a critica lo Stato ? A che serve oggi la ‘critica allo Stato’ di Johannes Agnoli ? » era il titolo dell’incontro pubblico che i compagni di lingua tedesca hanno tenuto l’8 settembre presso la Amerlinghaus di Stiftgasse 8, a Vienna (per motivi tecnici, non s’è potuto annunciarla nel numero scorso di questo giornale : ma l’annuncio è stato messo puntualmente sul nostro sito). Il tema riprendeva quello già toccato nell’incontro pubblico di Berlino a metà giugno, di cui abbiamo dato notizia : partendo dalle tesi di Johannes Agnoli, intellettuale della sinistra extraparlamentare durante gli anni ’60 e ’70, i compagni le hanno analizzate criticamente, evidenziando nei fatti come si trattasse di posizioni astratte e, in definitiva, democratiche e riformiste e che per nulla potessero essere ricondotte alla dottrina marxista rivoluzionaria.

L’incontro è stato promossa sia attraverso un – seppur limitato – volantinaggio nella città in occasione di una manifestazione antirazzista che si svolgeva la mattina del giorno stesso, sia tramite le pagine Facebook del Partito e del centro sociale in cui si sarebbe svolta. Nonostante la limitata diffusione ci fa piacere evidenziare come l’argomento abbia suscitato un interesse di pubblico maggiore del solito: tra ex-trotzkisti, maoisti, social-democratici e curiosi, tra individui ormai in là con gli anni e giovani che non possono che far ben sperare, si sono contate una quindicina di persone circa. Ciò che però sottolineiamo con entusiasmo è la lunga coda dell’incontro: una discussione animata, durata oltre un’ora, che ha permesso ai relatori di ribadire con fermezza le posizioni del Partito, programmatiche e teoriche, in particolare rispetto alla differenza – che è differenza soltanto per la borghesia - tra fascismo e democrazia e rispetto alle attività “concrete” che il Partito può portare avanti oggi. Ulteriori spunti sono stati lanciati dal pubblico, fra cui la questione dei fronti di liberazione nazionale e l’esistenza di un Partito mondiale oppure di un Internazionale di partiti : ma  per questioni di tempo  non si è potuto approfondirle.

Certo, non si può non osservare che le domande sono spesso le solite e dalle domande ci si rende conto di quanto la controrivoluzione stia ancora oggi remando contro il Partito. La strada è sì lunga : ma questa è la nostra storia e questi sono i chiodi, da ribattere in ogni occasione.

Manifestazione anti-razzista a Milano. Il 28 agosto, in occasione della visita a Milano del premier ungherese Orban e del suo incontro con il guardasigilli italiano Salvini, il gruppo dei Sentinelli e varie associazioni hanno indetto un presidio in zona San Babila. La sezione di Milano è intervenuta con un volantino che riproduceva il testo dell’editoriale di questo numero de “Il programma comunista”. L’esito del volantinaggio è stato positivo (sono state distribuite tutte le 500 copie stampate), ma la sensazione è stata di sostanziale indifferenza e le occasioni di dialogo/confronto sono state pressoché inesistenti. Era presente una variegata compagine di sigle dell’associazionismo umanitario laico e cattolico (Anpi, Arci, Libera, Acli e arcobaleni vari), nonché frattaglie confederali e i rimasugli di Rifondazione e di Potere al Popolo. Il clima che si respirava era da 25 Aprile, con un tasso di antagonismo prossimo allo zero: un abbraccio generale e interclassista in nome dei “diritti umani negati”, degli eterni “valori democratici” della cara vecchia Europa, nonché dell’immancabile antifascismo ultra-democratico (di lotta di clsse manco parlarne!). I pochi immigrati sembravano essere presenti più come tappezzeria utile a ripulire le coscienze degli indigeni che come reali protagonisti della giornata. In fondo, il vero motivo di unità della piazza era l’aver finalmente ritrovato un nuovo Babau con cui sostituire l’ormai improponibile, per limiti di età e di credibilità, Berlusconi: il virgulto padano è invece una manna dal cielo per la sinistra riformista, che dopo aver riposto le proprie vane speranze nell’altro Matteo (ormai dimenticato, come il suo omologo greco Tsipras) non sa più a che santo votarsi. In effetti, la parte del nostro volantino dedicata alle “anime belle” sembrava tagliata su misura per questa piazza...

 

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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