Non ci sorprende l’invio dei cento missili scagliati dalla “coalizione” USA-Gran Bretagna-Francia (previo avviso alla Russia), a bombardare gli stabilimenti chimici siriani. La nostra rabbia cresce per l’incessante massacro di proletari sacrificati in una guerra che non ha fine.

Non c’è oggi, come non c’è mai stato, alcun “intervento umanitario”: si tratta di un ulteriore passo avanti nel posizionamento dei vari contendenti (dagli USA alla Russia, dalla Francia alla Turchia, da Israele all’Iran: e non ci si deve meravigliare se gli “alleati” di ieri diventano gli “avversari” di oggi), in vista di più gravi futuri scontri inter-imperialistici.

La vera vittima continua a essere il proletariato, stabilmente accerchiato e sotto il tiro di tutti. Di fronte a ciò, non c’è salvezza se non la preparazione e lo sviluppo della guerra di classe contro la guerra imperialista. Il proletariato non ha amici: ha solo nemici, a partire da “casa propria”, dal proprio Stato. Solo il disfattismo rivoluzionario, contro ogni tentazione difesista, nazionalista, umanitaria, pacifista, può porre fine ai massacri che proseguono e proseguiranno.

14/4/2018

Partito comunista internazionale

                                                                           (il programma comunista)

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