Circolano da tempo, in Italia come altrove, “studi” più o meno ponderosi che si ripropongono di raccontare, a modo loro, la storia della Sinistra Comunista “Italiana”, dagli inizi a oggi. Ce ne siamo a volte occupati: un conto è far storia militante e un conto è far pettegolezzi. Alcuni di questi “studi”, poi, contengono (o addirittura sono formati in larga parte da) “biografie di militanti”, più o meno dettagliate: e potrebbe anche andar bene – un omaggio a compagni e al loro impegno sul fronte della lotta di classe. Il fatto è che, nel fervore di un biografismo che scivola in pettegolezzo, non ci si limita sempre ai compagni “che furono”, ma ci si spende anche a dar nome e cognome, a far biografia, di “compagni che sono”: è questo è inaccettabile. Inaccettabile non solo dal punto di vista di convinti sostenitori dell'anonimato di partito, ma anche dal punto di vista della tutela fisica della compagine di partito. Volenti o nolenti, per leggerezza o per insipienza, succubi o meno dei miti individualistici e personalistici, si fa opera di... portinai (non ce ne voglia la categoria!): si fa cioè opera di delazione. E – diamo pur scontata la buona fede di detti “storici” (cosa che non sempre è) – ci si pone così dall'altra parte della barricata.

 

Partito comunista internazionale

                                              (il programma comunista)

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