Le notizie che arrivano dal Giappone non sono giapponesi ma internazionali: nel senso che la terra del Sol Levante è lo specchio (come, d'altronde, tutti gli stati mondiali) dell’andazzo dell’economia capitalistica.

Ricordiamo, per piacere di cronaca, che il Giappone ha chiuso il terzo trimestre con il Pil in calo dello 0,4% rispetto al secondo trimestre 2014; che i consumi si sono fermati al più 0,4%, dopo il meno 5% del secondo trimestre; e che gli investimenti sono calati dello 0,2%.

Ma la notizia che fa scandalo (in questo momento) tra i ben pensanti democratici, riformisti, intellettuali, a tutti quelli che si sono crogiolati nelle serate televisive di Roberto Benigni, è la vicenda dello studente ventenne che, dalla rete, ha bersagliato il premier Shinzo Abe con domande impertinenti quanto efficaci sui temi economici e sociali. Il Primo Ministro, dal suo sito ufficiale di Facebook, ha risposto che il giovane faceva bene a smettere “di divertirsi a provocare”, a meno che non facesse parte di “una organizzazione sovversiva, nel qual caso sarai punito in base alle leggi”.

Terrorizzato, il giovane esce allo scoperto, chiede scusa a tutti: e il suo sito sparisce.

Come mai questo finale autoritario? Semplice: si scopre che nel paese circola una brutta aria e basta un sospetto per essere fermati e trattenuti sino a 23 giorni, senza vedere un giudice e potendo conferire con il proprio avvocato solo per dieci minuti al giorno.

Ora, tutti si chiedono: “Ma la democrazia (in questo caso in Giappone) dov’è finita?”.

“Elementare, Watson…”, direbbe Sherlock Holmes. “In un paese, in cui il divario tra ricchi e poveri è sempre più profondo e la classe media (cui l’80% dei giapponesi dichiarava di appartenere negli anni ottanta) non fa che contrarsi, che cosa possiamo dedurre, mio caro dottore? Che la democrazia si blinda sempre più in vista di tempi duri…”.

Fine (provvisoria) della storia.

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.