Nella notte fra giovedì 10 e venerdì 11, davanti ai cancelli della ditta di logistica Zampieri di Tavazzano (Lodi), un presidio di lavoratori della FedEx-Tnt, in lotta da tempo dopo la chiusura dello hub di Piacenza, è stato aggredito da una cinquantina di killer assoldati dal padronato e armati di mazze, bastoni, spranghe e pezzi di pancali – il tutto sotto l'occhio complice delle “forze del disordine”. Tra i lavoratori feriti, uno è stato trasportato in codice rosso all'ospedale, dove è rimasto alcune ore privo di coscienza.

L'aperta violenza anti-proletaria, il ricorso ripetuto a squadracce di picchiatori, la connivenza di polizia e Stato, sempre pronti a spaccare o a lasciar spaccare la testa ai lavoratori in lotta... tutto ciò dimostra a chiare lettere che cos'è la tanto decantata democrazia, erede dei mai dimenticati metodi repressivi del ventennio fascista.

E' necessario rispondere colpo su colpo alle aggressioni dei picchiatori legali e illegali, alla repressione delle lotte proletarie che si fa più spietata man mano che “il Paese riparte” (la sequenza impressionante di quotidiani “omicidi sul lavoro” la dice lunga). Ma per fare ciò è necessario irrobustire ed estendere l'organizzazione di base, farla uscire dai recinti chiusi e soffocanti delle categorie, del corporativismo e del localismo, lavorare alla nascita di un vero fronte proletario di lotta, senza disperdere e bruciare le energie generose dei lavoratori in fumosi progetti politici. Soprattutto, è necessario impegnarsi, rigettando ogni forma di attivismo e di attendismo, al lavoro di rafforzamento e radicamento del partito rivoluzionario, l'unico strumento in grado di collegare e dirigere le lotte e indirizzarle contro un modo di produzione che giorno dopo giorno si dimostra sempre più feroce e assassino.

11/6/2021

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