Giù le tasse su auto, scooter, televisioni, lavatrici, forni a microonde e telefonini…”. Così scrive il Sole 24 Ore del 18 febbraio 2014, riferendosi al tentativo del governo indiano di aiutare l’industria interna. L’articolo continua: “Calo dell’Iva su piccole utilitarie, scooter, furgoni e bus… essa viene abbassata dal 12% al 8%, quella sui Suv passa dal 30% al 24%, mentre su berline e utilitarie si scende dal 27%-24% al 24%-20% e sugli elettrodomestici dal 12% al 10%...”. E, per evitare che le agevolazioni aiutino i prodotti stranieri, il Governo indiano aumenta la tassazione su tutto quello che viene importato. Di contro, però, crescono le spese militari.


 

Sempre dallo stesso quotidiano apprendiamo che l’ex impero austro-ungarico ha i suoi problemi. La Hypo Alpe Adria, banca della Carinzia già nazionalizzata nel 2009, è di nuovo in crisi per la forte esposizione nei paesi dell’Est, e questo va ad aggravare i conti pubblici dell’Austria. Secondo i calcoli degli esperti, il salvataggio della banca potrebbe aumentare il rapporto debito/Pil fino a sette-otto punti: situazione sopra alla norma. Del resto, il problema dell’Europa orientale non è nuovo. I crediti deteriorati, dal 2006, sono già aumentati del 15% in Romania, Bulgaria e Albania. Seguono a ruota: Ucraina, Slovenia, Ungheria, Croazia e Bosnia.


 

In Thailandia, nel 2013, il Pil è cresciuto del 2,9%, in brusca frenata rispetto al 6,5% del 2012; e nel febbraio 2014 si sono verificati scontri tra polizia e manifestanti con cinque vittime. In Venezuela, la crisi è sempre più dura: l’inflazione al 55%, la svalutazione galoppante e la penuria dei beni primari hanno spinto in piazza decine di migliaia di persone; sullo sfondo, la preoccupazione dell’Unione Europea e degli Stati Uniti che importano ingenti quantità di petrolio venezuelano.


 

Nonostante la prova di forza in Crimea, la Russia non è in perfetta forma. Nel 2013, la crescita economica si è arenata all’1,5%, meno della metà rispetto al 2012, e la crisi ucraina rischia di rallentare una crescita che non supererà il 2% nel 2014. Infatti, il rublo è la moneta peggiore tra i mercati emergenti, secondo solo alla moneta argentina.

(Queste ultime notizie vengono dal Sole 24 Ore del 22 febbraio 2014).

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°02 - 2014)

 
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