Non è giusto dire che il guazzabuglio ideologico venga solo da oltre cortina. La miseria teorica è insita nel trapasso che il XX congresso [del PCUS, 1956 - NdR] ha sbandierato tra la direzione personale di Stalin, sostenuta dal culto della personalità, e la nuova direzione collegiale, legata non si sa poi come ad una nuova legalità comunista nello Stato e alla democrazia interna nel partito. Qui non una sola parola è nel suo luogo, e questa lotta al culto della personalità non ci darebbe alcun motivo di soddisfazione, anche se non fosse, come abbiamo dimostrato all'inizio, soltanto una nauseante commedia. Che mai vuol dire culto della personalità, e chi mai lo ha instaurato e affermato, in Russia o altrove? È veramente esistito questo strapotere individuale? Esso altro non è che una frottola romanzata al solo fine di diffamare il sano e robusto concetto della dittatura, che si vuole da filistei ridurre a quello dell'imposizione autocratica. Il fideista riserva il culto a figure di oltre natura ed oltre vita, e non divinizza il capo sociale. L'illuminista e l'idealista critico smontano l'autorità che sia trasmessa dal potere ultraterreno a un uomo che, anche se è Re Travicello, personifica un istituto superato: mettono tutti sullo stesso piano di partenza, divinizzano se mai la volontà popolare, il dubbio personaggio di Demos. Il marxismo, e qui avreste bisogno del trattatino storico-filosofico, non fa perno né su una Persona da esaltare, né su un sistema di persone collettivo, come soggetti della decisione storica, perché trae i rapporti storici e le cause degli eventi da rapporti di cose con gli uomini, tali che si portino in evidenza i risultati comuni a qualunque singolo; senza pensare più ai suoi attributi personali, individuali.

“Siccome il marxismo respinge come risolvente della 'questione sociale' ogni formulazione 'costituzionale' e 'giuridica' premessa alla concreta corsa storica, così non avrà preferenze e non darà risposta alle questioni mal messe: deve decidere tutto un uomo, un collegio dì uomini, tutto il corpus del partito, tutto il corpus della classe? Anzitutto non decide nessuno, ma un campo di rapporti economico-produttivi comuni a grandi gruppi umani.

“Si tratta non di pilotare, ma di decifrare la storia, di scoprirne le correnti, e il solo mezzo di partecipare alla dinamica di esse, è di averne un certo grado di scienza, cosa assai diversamente possibile in varie fasi storiche.

 

“E allora chi meglio la decifra, chi meglio ne spiega la scienza, l'esigenza? Secondo. Può essere anche uno solo, meglio del comitato, del partito, della classe. E consultare 'tutti i lavoratori' non fa fare più passi che consultare tutti i cittadini colla insensata 'conta delle teste'. Il marxismo combatte il laburismo, l'operaismo, nel senso che sa che in molti casi, nella maggior parte, la delibera sarebbe controrivoluzionaria ed opportunista. Oggi non si sa se il voto andrebbe alla padella o alla brace: Stalin o gli Anti-Stalin. Difficile perfino escludere che sarebbe la seconda la fregatura maggiore. Quanto al partito, anche dopo la sua elezione da quelli che per principio negano le 'pietre angolari' del suo programma, la sua meccanica storica neppure si risolve con 'la base ha sempre ragione'. Il partito è un'unità storica reale, non una colonia di microbi-uomo. Alla formula che dicono di Lenin di 'centralismo democratico' la Sinistra comunista ha sempre proposto di sostituire quella di centralismo organico. Quanto poi ai comitati, moltissimi sono i casi storici che fanno torto alla direzione collegiale: non qui dobbiamo ripetere il rapporto tra Lenin e il partito, Lenin e il comitato centrale, nell'aprile 1917 e nell'ottobre 1917.

 

Il migliore detector delle influenze rivoluzionarie del campo di forze storiche può, in dati rapporti sociali e produttivi, essere la massa, la folla, una consulta di uomini, un uomo solo. L'elemento discriminante è altrove”.

 

(da “Manuale dei principi”, in Dialogato coi morti. Il XX Congresso del Partito comunista russo, “Il programma comunista”, nn.5-10/1956).

 

Partito Comunista Internazionale 

 

(il programma comunista n°06 - 2013)
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