“Finché si tratta (e in quanto ancora si tratta) di attrarre dalla parte del comunismo l'avanguardia del proletariato, il primo posto spetta alla propaganda. In questo caso, anche i circoli, con tutte le debolezze proprie della vita di circoli, sono utili e danno risultati fruttuosi. Quando si tratta dell'azione pratica delle masse, quando si tratta di schierare – se è lecito esprimersi così – eserciti di milioni di uomini, di disporre tutte le forze di classe di una data società per l'ultima e decisiva battaglia, allora, con i soli metodi della propaganda, con la sola ripetizione delle verità del comunismo ‘puro’, non si ottiene nulla. In questo caso non si deve contare a migliaia, come in sostanza conta il propagandista, membro di un gruppo ristretto, che non ha ancora diretto le masse, ma si deve contare a milioni e a decine di milioni. In questo caso non dobbiamo soltanto chiederci se abbiamo persuaso l'avanguardia della classe rivoluzionaria, ma anche se le forze storicamente operanti di tutte le classi, di tutte assolutamente le classi di una data società, senza eccezione, sono disposte in modo che la battaglia decisiva sia già del tutto matura, in modo: 1) che tutte le forze di classe che ci sono ostili si siano sufficientemente imbrogliate, si siano sufficientemente azzuffate fra loro, si siano sufficientemente indebolite in una lotta superiore alle loro forze; 2) che, a differenza della borghesia, tutti gli elementi intermedi, esitanti, vacillanti, instabili, e cioè la piccola borghesia, la democrazia piccolo-borghese, si siano sufficientemente smascherati davanti al popolo, si siano sufficientemente screditati col loro fallimento all'atto pratico; 3) che nel proletariato sia sorta e si sia potentemente affermata una tendenza di massa ad appoggiare le azioni rivoluzionarie più decise, più coraggiose contro la borghesia. E allora la rivoluzione è davvero matura, allora, se abbiamo tenuto nel debito conto tutte le condizioni sopra enunciate e brevemente tratteggiate e se abbiamo scelto bene il momento, la nostra vittoria è sicura” (Lenin, L’estremismo, malattia infantile del comunismo, Cap. X: “Alcune conclusioni”, 1920)

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°06 - 2011)

 

 

 

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