“Keynes e i benesseristi sono infatti fermi allo stesso punto [...] cui si erano fermati Rodbertus e Sismondi; la crisi è una cattiva relazione tra produzione e consumo, e per risolverla si tratta di stimolare ed esaltare il consumo, soprattutto dei salariati. Lenin deride questa verità di Lapalisse, che la crisi viene perché non si compra tutto quanto si produce, non vi è equilibrio tra produzione e consumo, o che questo equilibrio viene meno perché il produttore (capitalista) non conosceva la domanda. Qui è l'effetto, ma non la spiegazione della causa. Lenin rileva che il sottoconsumo è un fenomeno di tutte le economie, ma che le crisi lo sono della sola economia capitalista. Malthus e Sismondi stanno contro gli economisti classici, perché fanno derivare la ricchezza sociale non dalla produzione ma dal consumo; Rodbertus fece solo un piccolo passo innanzi perché pose la causa nel poco consumo degli operai e dette origine all'immediatismo riformista e gradualista. Su questo filone stanno ancora oggi gli economisti che credono di poter dire una parola in più di Marx, e […] risollevano Malthus che delegava il consumo a nobili terrieri e a preti per sciogliere l'enigma economico! In America il tipo ideale di questo moderno pretonzolo è l'impiegato partecipante agli utili con auto, villa, televisore, etc.

“Ma veniamo a bomba. Lenin scusa Sismondi e Rodbertus, ma noi non possiamo scusare [...] Keynes. Quelli non 'potevano' sapere che 'a base della critica del capitalismo non si possono mettere semplici frasi sul benessere generale (Sismondi) o sull'ingiustizia di una circolazione abbandonata a se stessa (Rodbertus), ma è necessario mettervi il carattere della evoluzione dei rapporti di produzione’. Non lo potevano sapere perché scrivevano prima del sorgere del marxismo. Che cosa essi non sapevano? Nessuno lo dirà meglio di Lenin: ‘Le crisi sono inevitabili perché il carattere sociale della produzione entra in conflitto col carattere individuale della appropriazione’. Questo teorema fondamentale del marxismo è ripetuto poco oltre con l’aggiunta di una parentesi: ‘contraddizione propria di un solo sistema, quello capitalistico, cioè quella tra il carattere sociale della produzione (che il capitalismo ha reso sociale) e il modo individuale, privato, dell'appropriazione’. Aggiunge Lenin: ‘Anarchia della produzione, mancanza di piano nella produzione: che cosa significano tutte queste (ben note) espressioni? Esse esprimono il contrasto e la contraddizione testé enunciate’. Di questo passo di Lenin raccogliamo la nozione del sottoconsumo. Molte epoche hanno presentato questo fenomeno, cui ha reagito la decimazione della popolazione. L'epoca capitalista mostra di aborrirne, e insegue il mito della sovrapproduzione, per cui le occorre sovraconsumo e sovrappopolazione. È ora di liberarci da un altro complesso imitativo della forma borghese: la rivoluzione proletaria non può esitare a traversare, se necessario per travolgere il capitalismo, un’epoca di sottoconsumo. La rivoluzione di Lenin or sono quarant'anni insegnò che non bisognava esitare; ma il traguardo doveva essere la vittoria del sistema socialista; e non di quello capitalista. Resta tuttavia un grande insegnamento per il proletariato e il suo partito: la dittatura rivoluzionaria avrà il carattere di una dittatura sui consumi, sola via per disintossicare i servi del Capitale moderno, e liberarli dalla stimmate di classe che esso ha loro stampata nelle carni e nella mente”

 

Da Contenuto originale del programma comunista è l'annullamento della persona singola come soggetto economico, titolare di diritti e attore della storia umana”, Il programma comunista, nn.21-22 /1958

 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°05 - 2010)

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