Uno studio condotto dal National Foundation for American Policy, organizzazione non-profit e non-partisan che si occupa di ricerche nel campo dell'immigrazione, del commercio e dell'educazione, e reso noto il 20 marzo, ci permette di aggiungere qualche dato drammatico a quelli già forniti, nel numero scorso di questo giornale, sul tema dell'immigrazione negli Stati Uniti.
In base a questo studio, nel corso del 2012, il 28% dei migranti dal Messico verso gli Stati Uniti è morto tentando di attraversare il confine illegalmente: 477 persone, il dato più alto dal 2005, quando ne morirono 492. Il numero delle morti nel 2012, ricavato dai rapporti delle pattuglie di confine (dunque, dato ufficiale e da prendere con le pinze: sappiamo infatti che lungo la frontiera messico-americana agiscono, a fianco delle pattuglie di confine, anche numerose bande paramilitari), è in aumento rispetto al 2011, quando persero la vita in 375. Esso dimostra, scrive lo studio, che “la probabilità che un migrante muoia nel tentativo di attraversare il confine americano illegalmente è oggi otto volte superiore rispetto a 10 anni fa”.