Il cuore di Milano e della Nazione batte orgoglioso e felice per l’assegnazione dell’Expo 2015 al capoluogo lombardo. E la solita corte di cialtroni (politici, esperti, tecnici, opinionisti, intellettuali, sbirri e servitorelli vari) si è messa subito al lavoro: piani mirabolanti, schemi stratosferici, mappe fantascientifiche, promesse a bocca piena, cortei carnevaleschi, dichiarazioni d’avanspettacolo e polemiche da sottocucina.

Noi naturalmente ci rallegriamo: anche l’Expo sarà un’occasione per dimostrare quant’è ormai superflua e dannosa la società del capitale. Un secolo e più fa, nell’epoca ancora progressiva di questo modo di produzione, le fiere internazionali servivano a mettere in mostra gli ultimi ritrovati tecnologici, le recenti scoperte scientifiche, i progetti e le innovazioni – tutto subordinato (è naturale) alla ferrea legge del profitto. Oggi, nell’epoca dell’imperialismo, del dominio del capitale finanziario, le fiere sono solo grandi baracconi messi in piedi per gonfiare i conti, per ottenere finanziamenti sopra e sotto banco, per raggranellare soldi e spostarli da una parte e dall’altra: in una parola, per cercare di valorizzare un capitale ogni giorno più asfittico e incapace di rinnovarsi.

Ci aspettiamo dunque un futuro radioso: all’insegna di lotte di potere, di corridoio e di sottoscala, di scontri aperti e nascosti per la spartizione (legale e illegale) della torta farcita di fondi nazionali ed europei, di appalti e subappalti che dire equivoci e truccati è dir poco, di costruzione dalla sera alla mattina di edifici inutili (proprio agli inizi di aprile, a Milano è stato abbattuto un mega-albergo edificato appositamente per gli ultimi Mondiali di calcio), di sfruttamento selvaggio della manodopera con relativa impennata degli “incidenti sul lavoro”, di allontanamento di inquilini a basso reddito dalle aree appetibili, di ulteriore militarizzazione della vita cittadina (barboni, marginali, ribelli, non-conciliati, non-inseriti, raus!), di prezzi alle stelle ovunque, di scempio immane del territorio, e chi più ne ha più ne metta.

Ma noi guardiamo a quel 2015 con una curiosità in più: secondo i nostri calcoli (sì, abbiamo la nostra sfera di cristallo!), intorno a quell’anno si verificherà un altro, drammatico giro di vite nella crisi economica, ben più grave di questo 2008 che già scorre sussultando e traballando. E allora non riusciamo a non ricordare un’altra esposizione universale: quella di Roma, che si sarebbe dovuta tenere nel 1942, e invece non ebbe mai luogo per lo scoppio della Seconda Guerra mondiale. Uomo avvisato...

 

 

 

Partito Comunista Internazionale
(il programma comunista n°04 - 2008)

 

 

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